Cerca in Dada Pasticciona

martedì 25 marzo 2014

"La zuppa del coraggio" attività per affrontare la paura

A scuola stiamo affrontando il tema delle emozioni, cosa ci fa paura?
Molti bimbi inizialmente affermano di non avere paura di nulla, allora leggo loro il libro: "Paura di niente" edizioni Fatatrac dove viene affrontato in maniera semplice e divertente il tema della "paura", per arrivare a scoprire che questa emozione è comune a tutti, anche a chi, all'apparenza, sembra invincibile: il topo ha paura del gatto, il gatto del cane, il cane del lupo, il lupo della tigre, la tigre dell'elefante e l'elefante del topolino!

Stimolati dal racconto i bambini iniziano a sciogliersi e raccontare le loro paure.
Li invito a disegnarle in un foglio che poi metteremo dentro ad una busta nera insieme a quello dei compagni.

Terminato questo primo momento prendo una borsa dentro cui avevo messo una macchina per fare centrifugati di frutta e verdura e spiego ai bambini che è un oggetto magico, ci servirà per fare una zuppa del coraggio per sconfiggere le nostre paure.
Inizio a raccontare:
"Cillo Coniglio ha paura di tutto. Quando scoppia il tuono di un temporale si rintana nella sua tana coi peli dritti dalla paura e il cuore che batte come un tamburo. Quando sente il latrare del cane Bob, anche se è legato alla catena, trema come una foglia.  Quando è notte, nel buio, ogni ombra, ogni luce e ogni rumore gli mettono il terrore. E perfino quando sgranocchia una carota, tranquillo e beato sul prato, in una bella giornata di sole, se gli capita di vedere all'improvviso la lunga ombra delle sue lunghe orecchie, sobbalza e scappa via, convinto di aver visto l'ombra di un lupo. Tutti gli altri coniglietti ridono e lo prendono in giro. "Che fifone che sei!" gli dicono "Hai paura persino della tua ombra!" I conigli, si sa, non sono dei campioni di coraggio ma anche loro si sentono dei leoni in confronto a Cillo che ha paura persino di uno starnuto.  La mamma cerca di tranquillizzarlo, il papà cerca di insegnargli il coraggio, ma Cillo trema, sobbalza e batte i denti per un nonnulla. "Chiediamo consiglio al Grande Coniglio" dice un giorno la mamma di Cillo. Il Grande Coniglio è il più vecchio e saggio dei conigli e tutti, quando hanno un problema, vanno da lui. Anche Cillo Coniglio è stanco di venir deriso da tutti gli amici coniglietti e va volentieri, insieme a mamma e papà, a consultare il Grande Coniglio. "Per la fifa acuta ci vuole la zuppa del coraggio!" dice Grande Coniglio dopo aver studiato il problema. "E' cattiva?" chiede Cillo che ama le carote e il tenero trifoglio e odia le medicine e le erbe amare. "No, è buonissima," dice Grande Coniglio "però gli ingredienti devi andarli a prendere tutti tu, da solo". "E dici che è buona e che quando l'avrò mangiata non avrò più paura di nulla?" chiede Cillo Coniglio. "Sì, sì, è così, è una zuppa squisita e ti darà il coraggio!" "Allora vado a cercare gli ingredienti!" promette Cillo.
Grande Coniglio elenca gli ingredienti:
- 3 foglie di trifoglio raccolte durante un temporale
- 1 carota presa dal cesto del contadino Tonino
- 1 mela raccolta di notte nel frutteto.
"E poi la tua mamma unirà a questi ingredienti la magica zolletta di zucchero che adesso le do io e mescolerà tre volte la zuppa" dice alla fine Grande Coniglio e Cillo sente già l'acquolina in bocca solo a vedere quella magica zolletta. Non vede l'ora di mangiare la zuppa del coraggio! Il cielo è pieno di nuvole e già quel pomeriggio scoppia un gran temporale. "Devo approfittarne per andare a prendere il primo ingrediente della mia zuppa!" dice Cillo, e si avvia verso il campo di trifoglio sotto un terribile acquazzone. Ad un tratto scoppia un tuono e Cillo vorrebbe correre a rintanarsi nella sua tana, ma poi chissà quando capita un altro temporale, chissà quando avrà un'altra occasione così per procurarsi il primo ingrediente! Così si fa forza e, anche se il cielo è solcato da mille lampi, raggiunge il campo e raccoglie le tre foglie di trifoglio. "Che cosa succede a Cillo? Che coraggio!" pensa un amico coniglietto che lo vede fuori, sotto il temporale.
Tutto soddisfatto per la sua impresa, Cillo non vuole perdere tempo e, di ritorno dal campo, decide di andare subito a prendere una carota dal cesto del contadino Tonino. Il cesto è nell'aia e per raggiungerlo bisogna passare davanti al cane Bob. Bob abbaia furiosamente e dà degli strattoni alla catena ma non può raggiungere il coniglietto. Cillo trema un po', ma poi si fa forza e pensa: "Tanto è legato, non può farmi niente e io ho troppo bisogno di quella carota!" e a balzi passa davanti a Bob e va a prendere il secondo ingrediente per la zuppa. "Che cosa succede a Cillo? Che coraggio!" pensa un amico coniglietto che lo vede passare davanti a Bob. Tutto soddisfatto per la sua impresa, Cillo non vuole perdere tempo e già quella notte decide di andare nel frutteto. Il frutteto è buio, le foglie stormiscono al vento, la luna fa degli strani giochi d'ombra sul prato, una civetta lancia il suo grido. Cillo vorrebbe tornare di corsa nella sua tana, ma poi pensa alla zuppa del coraggio e alla dolce zolletta magica. "Forza," si dice "manca solo la mela!" e corre nel frutteto a prenderla. "Che cosa succede a Cillo? Che coraggio!" pensa un amico coniglietto che l'ha visto uscire di notte. Quella sera, prima di dormire, Cillo Coniglio mangia la sua zuppa del coraggio che la mamma ha mescolato tre volte. "Ci hai messo la zolletta magica?" chiede Cillo.
"Certo, tesoro," dice la mamma "mangia!"
La zuppa del coraggio è dolce e squisita, proprio come aveva promesso il Grande Coniglio e Cillo, quando va a dormire, sente un bel caldo nel pancino. Sarà già il coraggio che si fa sentire? Il mattino dopo, alla scuola dei conigli, Cillo incontra i suoi compagni coniglietti. Tre di loro gli vanno incontro battendo le zampe, festosi: "Complimenti, Cillo!" gli dicono "Sei diventato veramente coraggioso!" "Ma come si vede già? La zuppa del coraggio è proprio portentosa, deve avere già fatto effetto!" pensa Cillo. Allora gonfia il petto, raddrizza le orecchie e sorride tutto soddisfatto. Sul prato, l'ombra di Cillo e delle sue orecchie è grande grande. "E' grande come il  mio coraggio!" pensa Cillo e quell'ombra non lo spaventa più."
(da www.il-fantamondo.com)
Terminata la narrazione della storia ci mettiamo all'opera per realizzare la nostra zuppa!
Prendiamo gli ingredienti, li frulliamo, aggiungiamo lo zucchero ed assaggiamo il succo che esce!



Mmm è davvero buona la nostra zuppa! 



Ed ora che ci sentiamo più coraggiosi saltiamo sopra alla busta che contiene le nostre paure e schiacciamole!



sabato 22 marzo 2014

"Sei folletti nel mio cuore": dipingiamo le emozioni! (quarta parte)

Continua il percorso ispirato dalla storia dei folletti con una attività espressiva in cui ho proposto ai bambini di ascoltare le musiche di ogni folletto,
riconoscere a chi appartenevano,
andare a scegliere il colore corrispondente al personaggio
e dipingere le emozioni provate dall'ascolto ad occhi chiusi su di una lunga striscia di carta bicolore.
Ne è uscito un capolavoro!







Ecco cosa hanno detto i bimbi dell'esperienza:
Mi è piaciuto dipingere con le tempere e ascoltare tutte le emozioni dei folletti.
A me è piaciuto dipingere con il fucsian della fatina, mi sentivo bene. Ho disegnato le emozioni, sentivo sempre quelle tonde.
Tremolino ha una canzone molto spaventosa, ho disegnato tremolino che aveva paura!
Non mi è piaciuto dipingere con il nero perché non mi piace mi fa sentire male alle ossa, faccio fatica a muovermi! Mi è piaciuto di fare le striscie, mi sentivo un po' felice e un po' paurosa.
Mi è piaciuto fare le righe della fatina, erano dritte, mi sentivo calma. Poi quando è arrivato il momento di Mago Gelone mi sono sentita un po' triste perché non provava nessuna emozione.
Ma i folletti hanno dentro degli altri folletti?
Ma Scatto nel suo cuore ha lo Scatto giusto?
Ma la fatina può fare felice quello che piange?
Ma dada, dicevo, c'è un folletto, le emozioni dentro la fatina?
Ma lacrimoso può smettere di piangere?
Mago Gelone può avere una bacchetta con il ghiaccio? E i folletti possono prenderla senza farsi vedere?
Mi sono divertita a fare Stuporello, la strega non mi piaceva perché era cattiva
Ma i folletti c'hanno tutti i folletti dentro? 
Ad un certo punto i bambini hanno iniziato a porre domande, trasformando la conversazione in quella che noi chiamiamo l'assemblea dei filosofi. Infatti da alcune settimane abbiamo iniziato a giocare a pensare ispirandoci alla metodologia della Philosophy for Children, di cui vi parlerò più avanti. Abbiamo quindi deciso di rispondere alla domanda che incuriosiva di più i bambini:
I folletti hanno nel loro cuore tutte le emozioni o solo la loro?
Se Gaietto non avesse un altro Gaietto nel suo cuore non sarebbe così sorridente
Sarebbe arrabbiato senza la rabbia!
Scatto è sempre arrabbiato, ce n'è solo una!
Scatto quando è uscito dall'acqua ed è andato a prendere la bacchetta era felice allora ci sono anche tutti gli altri folletti
Il ragionamento di Lorenzo ha convinto tutti, ogni folletto ha dentro al cuore tutti i folletti, ma allora perché prevale una emozione sulle altre?
Io se mi fanno male piango, le emozioni vengono fuori con quello che mio fanno!
Tutti abbiamo nel nostro cuore tutti e sei i folletti perché abbiamo tutte le emozioni. Chi non ha sentimenti ha la strega nel cuore, il suo cuore si è gelato. Ma la strega è anche Serenella e può fare anche felice Tommy.
Con le cose brutte viene Scatto, Lacrimoso, Sputacchione, con le belle Gaietto. 

giovedì 20 marzo 2014

"Sei folletti nel mio cuore" : le collane sonore delle emozioni! (terza parte)

Le idee arrivano improvvisamente e spesso sono i bambini ad ispirarle!
Durante il pranzo i bambini si divertivano a guardare i folletti e ad imitarne le espressioni sia col viso che con la voce, emettendo vari suoni. 
Qualcuno canticchiava alcune parti dei brani musicali che vi abbiamo associato (le trovi qui).
Allora dopo pranzo ci siamo messi al lavoro ed abbiamo costruito delle collane sonore che ci facessero ricordare le emozioni rappresentate dai folletti!

- Per Gaietto abbiamo utilizzato dei campanellini, perché emettono un suono gioioso;
- Per Tremolino un tamburo realizzato con un barattolino su cui abbiamo fissato con del nastro adesivo un palloncino che va pizzicato e produce un suono che ci fa spaventare;
- Per Stuporello un piccolo cembalo fatto chiudendo dei tappi metallici dentro ad una scatola di plastica traforata;
- Per Scatto un barattolo ricoperto con un palloncino e che contiene biglie, chiodi, monete, agitandolo e pizzicandolo produce un suono forte che ci ha fatto pensare alla rabbia;
- Per Lacrimoso una bottiglia contenente lacrime e porporina azzurra;
- Per Sputacchione del cartoncino ondulato da graffiare e che produce un suono sgradevole
- Per Serenella una bottiglia con campanelli e porporina per creare un suono magico;
- Per la strega Renza Indifferenza un pon pon ricavato da un sacco nero che produce un rumore che non suscita particolari emozioni
- Per il Mago Gelone due contenitori di alluminio contenenti pezzi di plastica per riprodurre un suono "gelido"

I suoni freddi di Mago Gelone
La bottiglia di Serenella
e il pom pom della Strega Renza Indifferenza

Il suono sgradevole di Sputacchione

Ecco il video dell'esperienza:




mercoledì 19 marzo 2014

"Perché fra le tue braccia mi sento sempre a casa": Auguri a tutti i papà

Ecco un semplice lavoretto realizzato quest'anno per la festa del papà grazie all'aiuto di un Grande Papà, il nonno falegname di un bimbo che frequenta la nostra scuola.
I bambini hanno così potuto vedere da vicino il lavoro di san Giuseppe!
Il nonno ha realizzato la sagoma della casetta e della porta, i bimbi hanno colorato le parti e poi decorato.
Il tetto e il prato sono stati fatti con degli abbassalingua.
Una piccola molletta appesa sulla casa servirà da fermacarte, così il papà non dimenticherà mai gli appuntamenti importanti!





Per realizzare il bigliettino abbiamo utilizzato un semplice cartoncino azzurro su cui i bambini hanno disegnato il loro papà.
All'interno i bambini hanno completato la frase "Papà con te mi diverto quando..."
Ricordando così ai loro papà di quanto è bello il tempo trascorso insieme!



Buona festa a tutti i papà e ai nonni che sono due volte papà!

martedì 18 marzo 2014

"Sei folletti nel mio cuore": fra attività motoria, arte e musica! (seconda parte)

Il percorso alla scoperta delle emozioni è continuato durante l'attività motoria. Ho fatto ascoltare alcuni brani musicali ai bambini ed insieme hanno deciso a quali emozioni associarli.
STUPORELLO/colori del cielo/ piccola musica notturna allegro MOZART
FATINA/fucsia/ Il mattino GRIEG
SCATTO/rosso/La gazza ladra ouverture ROSSINI
LACRIMOSO/blu/ Per Elisa BEETHOVEN
SPUTACCHIONE: Musica sull'acqua ouverture HANDEL
GAIETTO/giallo/ La marcia di RADETZKY
TREMOLINO/verde/Gnomus MUSSORGSKY/RAVEL da Pictures at an Exhibition
STREGA/nero/ Night on the bare Mountain da Pictures at an Exhibition
MAGO GELONE/grigio chiaro/The old Castle da Pictures at an Exhibition
Muovendosi hanno scoperto che quando si è arrabbiati gambe e braccia si irrigidiscono, quando si ha paura al contrario diventano molli!

Una mattina ho proposto ai bambini la visione di alcuni riproduzioni dei graffiti di Keith Haring e subito i bambini hanno detto che erano i folletti! Abbiamo così giocato a trasformarci in opere d'arte!





Abbiamo anche realizzato le sagome di ogni bambino trasformandole in case per le nostre emozioni.
L'intero percorso lo trovi qui basta cliccare sulla scritta di colore diverso.
Il lavoro delle sagome invece è qui.





lunedì 17 marzo 2014

"Sei folletti nel mio cuore" un percorso alla scoperta delle emozioni!

Quest'anno a scuola trattiamo l'argomento "emozioni" e ci siamo felicemente imbattute in un libro che ha letteralmente rapito i bambini ed anche noi insegnanti:
"Sei folletti nel mio cuore" di Rosalba Corallo, edizioni Erickson.
In breve la storia:
"Tommy è stanco di sentirsi sempre dire dai grandi che è un bambino troppo sensibile, e ha finito con il credere che sia un difetto, un qualcosa di cui vergognarsi. E poi ci sono i suoi compagni che non gli danno mai tregua: gli hanno affibbiato terribili soprannomi e non perdono occasione per prenderlo in giro ogni volta che s’arrabbia, piange o semplicemente s’incanta a guardare fuori dalla finestra. 
Finché un bel giorno scopre che il suo cuore è abitato da sei minuscoli folletti: Gaietto, Stuporello, Tremolino, Lacrimoso, Scatto e Sputacchione, e che sono proprio loro i colpevoli della sua eccessiva sensibilità!
Sarebbe disposto a tutto pur di liberarsene, ma come fare? Sarà la streghetta Renza, misteriosa inquilina del suo frigorifero, a offrirgli il suo aiuto. Ma le conseguenze saranno imprevedibili..."
Un libro che parla al cuore di grandi e piccini con la gioia, lo stupore, la paura, la tristezza, la rabbia e il disgusto dei suoi protagonisti, insegnando il valore e l’importanza di ogni singola emozione.
Il libro è stato letto a puntate ed abbiamo assaporato lentamente le avventure di Tommy e dei sei folletti che abitano il suo cuore.
La personificazione delle emozioni in folletti di colori diversi ha aiutato molto i bambini a riconoscere le emozioni che sentivano nascere dentro di loro.
I personaggi magici hanno suscitato la curiosità di tutti e mantenuta alta la suspanse:
- la sparizione di Serenella, la fatina che manteneva la pace fra i Folletti che abitavano il cuore di Tommy;
- la strega Renza Indifferenza e il suo segreto
- il mago Gelone e i suoi imbrogli

Ecco cosa abbiamo fatto insieme ai bimbi.
Per prima cosa abbiamo disegnato i folletti, i bambini hanno scelto la posizione che per loro interpretava al meglio l'emozione rappresentata da ciascuno.
Realizzate le sagome le abbiamo dipinte. Era bello vedere i bambini avvicinarsi al muro e provare ad assumere la posizione del folletto posizionandosi sopra di esso!


Per quando riguarda i particolari del volto li abbiamo fatti mobili in modo che i bambini potessero agire su di essi e dare l'espressione desiderata al Folletto. Questo li ha aiutati molto anche nella rappresentazione grafica delle emozioni.

Gaietto è giallo ed è il folletto della gioia

Tremolino è verde ed è il folletto fifone

Lacrimoso è blu ed è il folletto della tristezza

Stuporello è dei colori del cielo ed è il folletto della meraviglia

Scatto è rosso ed è il folletto della rabbia

Sputacchione è bianco ed è il folletto schizzinoso



L'espressione di ogni folletto varia più e più volte al giorno, i bambini si divertono molto a cambiare la posizione di occhi, naso bocca e sopracciglia!

Contemporaneamente alla realizzazione delle sagome dei folletti abbiamo costruito anche le scatole o case di ogni emozione.



Ogni scatola contiene materiali che ci ricordano, per sensazione tattile, o per aspetto o per il rumore che producono le emozioni dei folletti e degli altri personaggi!

Dentro ogni scatola abbiamo messo oggetti, disegni, immagini di cose
che ci fanno paura, tristezza, gioia...

I volti dei folletti si possono togliere in modo che i bambini possano mettere il loro viso e giocare ad imitare le varie emozioni!



continua...

domenica 16 marzo 2014

"Il colore delle emozioni" Laboratorio espressivo, corporeo e artistico (ultima parte)

Passo a descrivervi l'ultima parte di questo laboratorio di cui vi ho parlato nei post precedenti e che coinvolge movimento, musica e arte.
Vi anticipo che a questo contributo ne seguiranno altri, strettamente collegati e svolti in contemporanea  a partire da varie storie.

Ma passiamo al racconto dell'attività.

Ho fatto accomodare i bambini in cerchio ed abbiamo ricordato le emozioni vissute negli incontri precedenti.
"Lo sapete bambini dove abitano le emozioni? Il nostro corpo è la casa delle nostre emozioni! Quando ci arrabbiamo dove sentite nascere la rabbia? In quali parti del corpo va a finire? E la gioia? La tristezza? La paura?
Adesso vi metterò una musica, ognuno di voi si muoverà cercando di sentire che emozioni prova e quali parti del corpo ospitano l'emozione provata.
Possiamo comunicare le emozioni con il nostro volto, con le mani, le braccia, il respiro, la voce, il silenzio."

Ho acceso la musica ed invitato i bambini ad esprimere l'emozione provata, poi insieme abbiamo dato un colore ad ogni emozione.
(Ci siamo ispirati ai personaggi del libro "Sei folletti nel mio cuore" di Rosalba Corallo. Nel percorso dedicato a questo libro troverete i colori e le musiche assegnate ad ogni emozione/personaggio).

Ho consegnato dei fogli e dei colori ai bambini che hanno tracciato linee arrabbiate, tristi, felici...

Poi ho invitato ogni bambino a sdraiarsi su un foglio di carta, ho tracciato la sua sagoma e l'ho invitato a colorarla delle sue emozioni. 

"Coloriamo il nostro mondo interiore, i luoghi dove abbiamo sentito la rabbia, la paura..."




"Dada, la paura la sento nella pancia, mi fa male, ho fatto un buco.
La rabbia mi fa le gambe dure. La gioia la sento in faccia, la tristezza nei piedi pesanti..."

"Le sagome sono diventate dei ritratti emotivi, sono l'immagine del nostro mondo interiore, una radiografia del nostro vissuto interiore. Abbiamo reso visibile ciò che spesso è invisibile!



E' bello osservare i ritratti e scoprire che sono tutti diversi, ma si assomigliano!"

mercoledì 12 marzo 2014

"Snowballs" ovvero pupazzi di neve!

Anche se con un po' di ritardo voglio pubblicarvi alcune delle attività che abbiamo fatto quest'anno sull'inverno.
Ma andiamo indietro nel tempo.
Siamo a febbraio ed un giorno tutto è stato magico!
E' arrivata inattesa la neve, una mattina, proprio mentre ci stavamo recando a scuola.
I bambini desideravano tanto uscire e giocarci, purtroppo non eravamo attrezzati.
Che fare? Rinunciare?
No, noi non ci abbattiamo mai e la neve è entrata dentro alla scuola!
Abbiamo così realizzato dei bellissimi pupazzi ispirandoci alle immagini e alla storia del libro:

"Snowballs"di Lois Ehlert
"Pensi che gli uccelli sanno quando sta per nevicare? Lo penso.
I semi che abbiamo lasciato fuori erano quasi spariti. Neve fresca avrebbe seppellito presto il resto.
Abbiamo aspettato una grande nevicata raccogliendo provviste in un sacco. Infine, è stata una giornata perfetta di palle di neve. Abbiamo rotolato tre palle di neve e fatto un papà neve.
Abbiamo aggiunto mamma neve e un ragazzo di neve. Abbiamo fatto una ragazza di neve e arrotolato un bambino di neve. Abbiamo costruito il nostro gatto e alla fine della giornata, abbiamo fatto il nostro cane, Spot.
Credo di sapere cosa è successo quando è uscito il sole. Papà neve si è rimpicciolito. La mamma è diventata una poltiglia. Il ragazzo si è sciolto; la ragazza è diventata fanghiglia. Il bambino si è fuso; il gatto è diventato minuscolo. Il cane è una pozzanghera. Addio, palla di neve."
(Mi scuso per la traduzione con chi l'inglese lo sa bene, io mi sono arrangiata come potevo)

Ecco alcune immagini del libro:


Ecco i bambini che giocano con la neve e che creano i loro pupazzi con il materiale reperito a scuola all'ultimo momento. Ovviamente voi potete attrezzarvi prima guardando le previsioni. Da noi la neve è rimasta solo poche ore ed è arrivata imprevista!






COSA HANNO DETTO I BAMBINI DELL'ESPERIENZA.
- Ho imparato a giocare assieme e fare pupazzi. Ho capito che la neve è fredda molto. Al caldo scioglie e diventa acqua.
- Ho imparato a fare il pupazzo di neve grande. Non riuscivo a mettere gli occhi e il naso, la neve era dura. Mi sono divertito. L'idea è stata facilissima, mi è nata guardando gli amici.
- Mi sono divertito a fare il pupazzo di neve. Ho fatto la mamma. Ho fatto una torre così grande e poi mi sono ghiacciato tutte le mani e poi ho visto l'acqua che usciva dalla neve perché si scioglieva perché la scuola era calda. E' stato facile.
- Per me è stato bello fare il papà di neve. Ho fatto, ho imparato che si prende un po' di neve, si fa una palla, si mette sopra il piatto, poi si fa un'altra palla grande e si mette sopra e poi si fa una palla più piccola e si mette sopra. poi si mette il naso, la bocca e gli occhi. E' stato difficile fare la palla perché visto che la neve è fredda io mi sono ghiacciata le mani ed è difficile lavorare con le mani ghiacciate. La scuola è calda e la neve si scioglieva.
- Ho fatto il pupazzo di neve, il bambino piccolo. Ho fatto le palline di neve. E' stato difficile perché non riuscivo a mettere i bottoni, era diventato ghiacciato.
- E' stato facile fare la bambina pupazzo. Ho fatto le palline poi ho fatto gli occhi e la bocca. Ho imparato che la neve è ghiacciata e al caldo si scioglie.
- E' stato facile. Ho fatto tutto da solo: una palla grande, una grande e una piccola, poi ho messo gli occhi, la bocca e le braccia. Ho imparato a fare un pupazzo. Ho capito che la neve si scioglie al caldo.
- Ho imparato a fare il pupazzo di neve gatto. E' stato difficile fare il corpo e mettere gli occhi. Ho capito che l'albero Giovanni era triste perché il suo pupazzo si è sciolto ed è andato in cielo.
- A me mi piaceva tanto giocare con la neve. Ho imparato a fare il pupazzo di neve. Ho fatto prima una palla grande poi una media e poi una piccola. E poi ho messo la bocca e il naso e gli occhi e le braccia. Ho capito che i pupazzi si fanno così.
- Ho capito che ho imparato a fare i pupazzi di neve. Ho messo il naso, la bocca e le mani. Sono contento della storia che abbiamo letto di Giovanni, l'albero. Ho capito che si sta con gli amici e non si dice non sono più tuo amico. Ho capito che anche se un amico è lontano è sempre nel cuore.
- Ho fatto il pupazzo cane. E' stato difficile mettere i bottoni e gli occhi. Ho imparato con la testa, ho dovuto pensare come mettere le cose.
- Mi sono divertito a fare il pupazzo di neve. Ho imparato che se la neve sta tanto nel piatto so scioglie e poi diventa acqua perché la scuola è calda. 
Purtroppo però i nostri pupazzi si sono sciolti subito, per consolare i bambini ho proposto l'ascolto della storia:

"L'albero Giovanni e la neve"di Nicoletta Costa
"E' inverno: piove e fa freddo. L'albero Giovanni è triste. Poi, una mattina,ecco la neve, tanta tanta neve! I bambini tutti contenti, vanno a giocare con la neve. L'albero Giovanni è felice! I bambini vogliono costruire un pupazzo di neve. E' sera, finalmente il pupazzo è finito. I bambini tornano a casa.- Mi chiamo Nevio - dice il pupazzo. L'albero Giovanni è molto contento di fare la sua conoscenza! Il pupazzo di neve racconta all'albero Giovanni molte cose divertenti. In poco tempo l' albero Giovanni e il pupazzo di neve diventano molto amici. La mattina dopo splende il sole. Aiuto la neve si sta sciogliendo! Il pupazzo di neve è tutto sudato. Sotto i raggi caldi del sole il pupazzo si è sciolto completamente. L'albero Giovanni è molto triste. Il sole, poverino, si sente in colpa. Arrivano i bambini a consolare l'albero Giovanni. L'albero Giovanni sorride: il suo amico Nevio vivrà sempre nel suo cuore!"
E nei prossimi giorni vedrete cosa abbiamo fatto per mantenere il ricordo dei nostri pupazzi! Continua qui


martedì 11 marzo 2014

Dono di Pasqua

Quello che voglio proporvi oggi è un dono di Pasqua che racchiude un messaggio molto forte e che è collegato con il percorso "La leggenda dei tre alberi" che partendo da Natale si conclude appunto con la Pasqua.
Dopo che il primo albero ha realizzato il suo sogno di diventare uno scrigno prezioso (la culla di Gesù) ora toccherà agli altri due.

"Il secondo albero  disse: «Quando sarò grande, vorrei essere un potente veliero. Insieme al capitano, un grande esploratore, scoprirò nuove terre.» Nel frattempo, il terzo albero scuoteva i rami. «Io non vorrei essere trasformato in niente», disse. «Vorrei restare esattamente qui dove sono e diventare ogni anno sempre più alto. Vorrei diventare l’albero più alto della foresta. E quando gli uomini mi guarderanno, li farò pensare a Dio.»
Passarono gli anni e un giorno nella foresta arrivarono due boscaioli.
«Splendido!», gridò il secondo albero, quando il secondo boscaiolo lo abbatté. «Ora il mio sogno di diventare un veliero si potrà realizzare.»
«Oh no!», gridò il terzo albero, quando il terzo boscaiolo lo abbatté. «Ora non potrò parlare agli uomini di Dio.»
I boscaioli portarono via i due alberi. Un albero diventò un semplice peschereccioe dell'altro albero non fecero niente. Fu tagliato in assi, che furono lasciate in una pila nel giardino del falegname.
La vita continuò. Gli anni passarono. E piano piano, i due alberi impararono a convivere con i loro sogni infranti.
Passarono molti altri anni, in tutto circa 30, e un giorno, infine, anche la vita del secondo albero cambiò. Era fuori, in mezzo al mare, quando si scatenò una tempesta terribile. Il vento soffiava violentemente e le onde erano tanto alte che la barchetta era persuasa di affondare. Ma a quel punto accadde qualcosa di incredibile. Uno degli uomini che essa trasportava, si alzò. «Taci, calmati!», disse al vento e alle onde. Ed essi obbedirono. Quandoil secondo albero afferrò ciò che era accaduto, anche il suo cuore si riempì di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non ho trasportato un grande esploratore, ma ho trasportato il Creatore del cielo e della terra.»
Non molto tempo dopo, anche la vita del terzo albero subì un cambiamento.
Arrivò un falegname e lo portò via. Con sua grande costernazione, però, non fu lavorato per farne qualcosa di bello. Non ne fecero neppure qualcosa di utile. Invece, ne fu fatta una grezza croce di legno. «Questo è il tipo di croce sulla quale i soldati crocifiggono i criminali», pensò l’albero, sconvolto. E in effetti fu trasportato sul luogo dell’esecuzione. Là, in cima ad una collina fu inchiodato sopra le sue travi un uomo condannato a morte. Per la verità sarebbe dovuto essere il giorno più brutto della vita dell’albero, ma l’uomo inchiodato sulla croce non era un comune criminale che doveva pagare la pena dei suoi delitti. Era un innocente, Gesù Cristo, figlio di Dio, che moriva per i peccati del mondo. E quando il terzo albero capì ciò che era successo, il suo cuore esultò di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non diventerò l’albero più alto del bosco, ma sarò la croce che farà pensare gli uomini a Gesù Cristo.»
La morale di questa storia è che quando le cose non sembrano andare come tu vorresti, sempre sappiamo che Dio ha un piano per te. Se si ha fiducia in Lui, Egli vi darà grandi doni. Ciascuno degli alberi ha  ottenuto ciò che voleva ma non solo nel modo in cui aveva immaginato. Noi non sempre conosciamo i piani di Dio per noi. Sappiamo solo che le sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre migliori. ”

Ovviamente può essere svolto comunque ma va spiegato ancora meglio che la Pasqua è festa di rinascita.
Donare infatti un crocifisso potrebbe mandare in confusione i bambini.
Come è stato realizzato?
Ho ritagliato delle croci utilizzando il cartone degli scatoloni da imballaggio.
I bambini hanno scelto il colore che volevano utilizzare e hanno dipinto la croce.
Con le mollette di legno i bambini hanno creato la sagoma di Gesù e l'hanno incollata con colla vinilica.
Abbiamo aggiunto un rametto di "palma benedetta"
Sul retro abbiamo applicato un gancio per appendere il crocifisso.