Chi l'avrebbe mai detto che questo blog, iniziato a scrivere un po' per caso, arrivasse al suo primo compleanno con più di 100.000 visite!
Questo bellissimo risultato lo devo a tutti voi che mi seguite, mi leggete e mi scrivete: Grazie!
E grazie anche a mio marito che mi ha fatto gli auguri con questo bellissimo disegno in cui io torreggio sulla torta come la statua della libertà!
Pagine
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domenica 29 luglio 2012
venerdì 20 luglio 2012
"Tutto quello che mi serve sapere" Di Robert Fulghum
La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere,
cosa fare e in che modo comportarmi l’ ho imparata all’asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori,
bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia.
Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure. Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte:
GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte:
le regole Auree, l’amore, l’igiene alimentare, l’ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l’intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l’ hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
cosa fare e in che modo comportarmi l’ ho imparata all’asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori,
bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia.
Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure. Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte:
GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte:
le regole Auree, l’amore, l’igiene alimentare, l’ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l’intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l’ hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
martedì 17 luglio 2012
Recita di Natale: "La leggenda dei tre alberi. Gesù il tesoro del mondo"
Come da voi richiesto ecco che vi pubblico la recita di Natale ispirata al libro "I tre alberi" e che potrete collegare al percorso che trovate qui:
L TESORO DEL MONDO: GESU'
(diapositiva 01) Tratte dal libro
Balletto del bosco 3 anni
NARRATORE: C'erano una volta, sulla cima di una montagna, tre alberelli che sognavano pensando a cosa volevano diventare da grandi.
Il primo alberello alzò gli occhi alle stelle che luccicavano come diamanti sopra di lui e disse…
I° ALBERO: Io voglio custodire tesori, sarò il forziere più bello del mondo!
NARRATORE: Il secondo alberello guardò il piccolo fiume che scorreva gorgogliando fino all'oceano e disse…
II° ALBERO: Io voglio essere un veliero, sarò la nave più forte del mondo!
NARRATORE: Il terzo alberello guardò giù nella valle dove uomini e donne lavoravano senza sosta e disse…
III° ALBERO: Io voglio diventare altissimo così chi mi guarderà alzerà gli occhi al cielo e penserà a Dio. Sarò l'albero più alto del mondo!
NARRATORE: Passarono gli anni. Vennero le piogge, continuò a splendere il sole e i tre alberelli crebbero…
un giorno arrivò un boscaiolo.
(il boscaiolo osserva gli alberi, poi si ferma davanti al primo, lo tocca)
BOSCAIOLO: Quest'albero è bello. E' perfetto per me.
(il boscaiolo prende per mano l'albero per portarlo via)
I° ALBERO: (rivolto verso gli altri alberelli) Finalmente si realizza il mio desiderio
II° e III° ALBERO: Ciao, buona fortuna!
(il boscaiolo prende per mano l'albero lo accompagna a bordo palco ed esce)
(diapositiva 02)
NARRATORE: L'albero gioì quando fu portato nella bottega di un falegname, perché credeva che il suo desiderio stesse per realizzarsi… ma invece non venne ricoperto d'oro né riempito di tesori. L'albero dovette dimenticare il proprio sogno…
(si spengono le luci, musica di sottofondo) (cambio scena, Maria a casa in ginocchio sta pregando)
NARRATORE: Quel giorno Maria stava pregando quando un bagliore la sorprese e la stupì. Arrivò un messaggero dal cielo, l'arcangelo Gabriele.
ANGELO: Ave o Maria!
MARIA: Chi sei creatura di luce?
ANGELO: Sono Gabriele, il messaggero di Dio. Lui ti ha scelta per un compito speciale!
MARIA: Parla, dimmi che cosa mi chiede il mio Dio?
ANGELO: Egli ti chiede di essere la mamma di Gesù.
MARIA: Ma come è possibile che abbia scelto proprio me?
ANGELO: E' così Maria, dunque, cosa rispondi?
MARIA: Sia fatta la Sua volontà!
(diapositiva 03)
(Maria china il capo, l'angelo le offre il giglio)
Canto: "Venne l'angelo di Dio"
(diapositiva 04)
(appare in scena Elisabetta, Maria cammina verso di lei)
NARRATORE: In quei giorni Maria andò a far visita alla cugina. Non aveva fatto saper nulla del suo arrivo ma era come se Elisabetta l'aspettasse.
MARIA: Come sono felice di vederti!
NARRATORE: Alle parole di Maria il bimbo di Elisabetta diede un calcetto alla pancia della sua mamma…
ELISABETTA:(porta la mano alla pancia) Oh! Ma anche tu aspetti un bambino…
Canzone magnificat
ELISABETTA: Vieni, Maria. Entriamo in casa. Abbiamo tante cose da dirci!
( buio) (cambio scena, appare Giuseppe)
NARRATORE: Giuseppe e Maria erano fidanzati, ma Giuseppe in quei giorni non era felice.
Era infatti venuto a sapere che forse Maria non era la donna onesta che egli credeva…
GIUSEPPE: parlerò con Maria, le chiederò se veramente aspetta un figlio come dicono.
NARRATORE:... Fra questi pensieri che lo tormentavano, Giuseppe, che era un uomo buono confidava in Dio e prima di addormentarsi Gli chiese di suggerirgli cos'era giusto fare.
(diapositiva 05)
(Giuseppe si addormenta in un angolo)
balletto angeli 4 anni
(Giuseppe in scena, dorme)
NARRATORE: Ed ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore
ANGELO II: Giuseppe, non aver paura di sposare Maria, perché il figlio che attende è opera dello Spirito Santo. Lo chiamerete Gesù e verrà per salvare il Suo popolo.
NARRATORE: Giuseppe fece come gli aveva detto l'angelo del Signore e sposò Maria.
Ora accadde che in quei giorni uscisse un decreto da parte di Cesare Augusto affinché si facesse un censimento…
(diapositiva 06)
(ENTRANO i centurioni con tamburo e pergamena)
CENTURIONI: Udite popolo, per ordine dell'imperatore ognuno di voi deve recarsi nella sua città per registrare il suo nome.
(Giuseppe e Maria in scena con l'asinello)
NARRATORE: Anche Giuseppe e Maria si misero in viaggio verso Betlemme. Giuseppe era molto preoccupato perché da lì a poco Maria avrebbe dovuto partorire. Lungo la strada si fermavano spesso a riposare…
(diapositiva 07)
Canto "Andare a Betlemme"
NARRATORE: Arrivati a Betlemme cercarono riparo per la notte…
(entrano i locandieri con la locanda)
GIUSEPPE e MARIA: Per carità, un letto noi, nostro figlio sta per nascere!
LOCANDIERE: Mi dispiace, non c'è più posto, è tutto pieno!
NARRATORE: Tutte le locande erano piene, Giuseppe e Maria fecero un ultimo tentativo…
GIUSEPPE e MARIA: Per favore, avete un letto, nostro figlio sta nascendo.
LOCANDIERE II: Mi dispiace, non c'è più posto, ma se vi accontentate dietro quella curva, troverete una stalla. Non è molto, ma vi è della paglia e una mangiatoia.
GIUSEPPE e MARIA: Grazie! Il Signore ha ascoltato le nostre preghiere!
NARRATORE: E così si incamminarono verso la stalla
(In un angolo mettere la stalla e vicino il I albero)
MARIA: Guarda Giuseppe c'è anche una bellissima mangiatoia che farà da culla al nostro tesoro prezioso
Canto Ninna nanna
(diapositiva 08 e 09)
(Si fa buio,ENTRANO ANGELI E PASTORELLE, poi si illumina solo la capanna, Gesù è nato, è in braccio all'alberello, Maria e Giuseppe sono in ginocchio vicino a Lui)
NARRATORE: E così Gesù, il Re dei Re, nacque in un'umile stalla e venne deposto in una mangiatoia. L'alberello iniziò a capire che forse il suo destino si stava compiendo.
(viene illuminato il palco dalla parte opposta)
NARRATORE: Lì vicino erano accampati dei pastori, improvvisamente apparvero loro degli angeli per annunciare la lieta novella.
(diapositiva 10)
PASTORE I : Brrr, Fa freddo! Passami una coperta!
PASTORE II:Eccola.
PASTORE III:Che cos'è quella luce?
PASTORE I: Non lo so Mmm! Ho paura!
PASTORE II: Anch'io
ANGELI :
I: Non abbiate paura!
I:Stanotte a Betlemme è nato il Messia.
III: Si chiama Gesù. Su presto, seguite la stella!
PASTORI : Presto andiamo!
Balletto stelline 4 anni
(spostare la capanna al centro, tutti in scena, si preparano i re magi)
(diapositiva 11 e poi 12)
NARRATORE: Tre uomini saggi e sapienti videro in cielo la stella cometa e capirono che era un segno speciale, così si misero in cammino attraverso deserti e valli per portare i loro doni a Gesù.
Canto: " I re magi"
RE MAGIO I: Io ti porto il prezioso oro.
RE MAGIO II: Io ti porto l'incenso, profumo dello spirito
RE MAGIO III: Io ti porto la mirra
(L'albero con in braccio Gesù va al centro del palco)
ALBERO I: Ho aspettato tanto ma ora il mio desiderio si è avverato. Alleluia!
NARRATORE: E'così che il sogno dell'alberello si realizzò, contenere il tesoro più prezioso di tutto il mondo: il bambin Gesù.
Canto: "Bambino di pace"
domenica 8 luglio 2012
Piccoli esploratori: percorso di logico-matematica e letto-scrittura
Un giorno a scuola è arrivata un'esploratrice, ma bimbi, cosa fa una un'esploratrice?
L'esploratrice ci racconta di essere stata su di un'isola e di aver visto tanti posti che le piacevano così tanto che ha deciso di dare un nome a tutto. Ogni volta si fermava e scriveva con un gesso su di un sasso o con un rametto sulla terra…
Invita i bambini a fare altrettanto e di immaginare di essere sull'isola e di dare un nome a tutto ciò che trovano. Usciamo in giardino e giochiamo a fare gli esploratori. Poi una volta i classe proviamo a riprodurre sul pavimento la nostra isola immaginaria dando un nome ad ogni cosa.
Alcuni bambini manifestano la voglia di fare una caccia al tesoro nella classe e per questo serve una mappa su cui segnare il nascondiglio. Invitiamo i bambini a provare a disegnare la mappa della classe:
Viste le difficoltà, del tutto attese, da parte dei bambini si è deciso di fare un passo indietro provando a realizzare con le costruzioni un piccolo plastico della classe, questo perché i bambini vivono la realtà in modo fisico, si spostano tra oggetti tridimensionali fin dalla nascita e faticano a crearsi immagini mentali diverse da quelle che esperiscono, faticano cioè a rappresentare il mondo che li circonda in modo bidimensionale.
Ma un problema che ci si presenta immediatamente è quello di dare una forma realistica al contorno del plastico:
I bambini hanno provato e riprovato, ma contare tutte le costruzioni di legno e i tegamini era troppo difficile, perdevano il conto, contare i passi poteva essere più facile ma:
Una bimba ha poi l'idea di contare le piastrelle,
Solo dopo aver costruito ed osservato i plastici dall'alto abbiamo provato a ridisegnare la mappa della classe ed abbiamo potuto confrontare i due disegni e notare che gli arredi erano meglio distribuiti e non si poneva più il problema di mancanza di spazio nel foglio.
Poi abbiamo deciso di allargare le nostre esplorazioni al quartiere in cui sorge la scuola, per conoscerlo meglio e così con macchina fotografica, matite e blocco notes siamo usciti in esplorazione, i bimbi hanno disegnato ciò che vedevano, ricopiato scritte…
In seguito abbiamo osservato uno stradario e guardato quali altre vie erano vicino a quella della nostra scuola e ci siamo anche divertiti a tracciare il percorso casa/scuola di ogni bambino.
Tutta l'esperienza si è integrata con quella di conoscenza di alcuni personaggi d'Italia che hanno reso grande il nostro paese (Leonardo, Virgilio, Pascoli, San Francesco e Santa Chiara, Vivaldi, Galileo Galilei), la recita di fine anno ha voluto riassumere quest'aspetto, ma abbiamo anche trattato la conoscenza degli ambienti naturali, della flora e della fauna tipiche italiane.
"Vuol dire che trova tutto. Esplora e trova tutte le cose. Scopre cose nuove. E' come un detective. Usa il binocolo, l'occhio di ingrandimento, la penna, il blocchetto, la borsa con il portafoglio e va nella giungla, nel bosco, al mare, al museo… usa una mappa, è dove segni i sentieri, i passi da seguire."
L'esploratrice ci racconta di essere stata su di un'isola e di aver visto tanti posti che le piacevano così tanto che ha deciso di dare un nome a tutto. Ogni volta si fermava e scriveva con un gesso su di un sasso o con un rametto sulla terra…
Invita i bambini a fare altrettanto e di immaginare di essere sull'isola e di dare un nome a tutto ciò che trovano. Usciamo in giardino e giochiamo a fare gli esploratori. Poi una volta i classe proviamo a riprodurre sul pavimento la nostra isola immaginaria dando un nome ad ogni cosa.
E così si arriva a dare un simbolo per ogni cosa, concordandolo con i compagni. Alla fine saliamo sulle panche e guardiamo dall'alto la nostra isola, questo per far comprendere i bambini che le cose viste dall'alto sono più piccole e cambiano forma… ecco perché nelle mappe ci sono dei simboli!"Ma io non so scrivere! Beh, faccio un disegno".
"E' stato difficile, il foglio è un po' piccolo, lo dovevo fare con i fogli grandi così ci stava tutto. Dovevo fare le cose minuscole."
Viste le difficoltà, del tutto attese, da parte dei bambini si è deciso di fare un passo indietro provando a realizzare con le costruzioni un piccolo plastico della classe, questo perché i bambini vivono la realtà in modo fisico, si spostano tra oggetti tridimensionali fin dalla nascita e faticano a crearsi immagini mentali diverse da quelle che esperiscono, faticano cioè a rappresentare il mondo che li circonda in modo bidimensionale.
Ma un problema che ci si presenta immediatamente è quello di dare una forma realistica al contorno del plastico:
"No, avete sbagliato, la classe non è così, è più lunga!".E così decidiamo di verificare se davvero la classe è rettangolare, ma come si può fare? I bambini trovano tante soluzioni originali: chi misura la stanza con il proprio corpo, chi con i passi, chi con le costruzioni, ma poi sono poche ed allora si aggiungono tegamini e frutta dell'angolo della cucina e chi costruisce un tubo di costruzioni e prova a misurare il pavimento ma poi non riesce ad andare avanti.
I bambini hanno provato e riprovato, ma contare tutte le costruzioni di legno e i tegamini era troppo difficile, perdevano il conto, contare i passi poteva essere più facile ma:
"Lui ha i piedi più grandi ed anche tu dada".Come fare? La storia del "Bruco Misuratutto" di Lionni ci è d'aiuto.
"Un giorno un pettirosso affamato vide su un ramo un bruco verde come uno smeraldo e subito aprì il becco per mangiarselo. Il bruco non si perse d'animo e disse: "Ti prego, non mi mangiare. Io sono un bruco misuratutto e sono molto utile. Io misuro tutte le cose". "Davvero?" disse il pettirosso osservandolo incuriosito. "Allora misurami la coda!". "Semplicissimo" rispose il bruco. "Uno, due, tre, quattro, cinque: ecco fatto!" "Guarda, guarda", cinguettò soddisfatto il pettirosso, "La mia coda è lunga cinque bruchi!" E con il bruco sulla schiena volò lontano dove molti altri uccelli volevano essere misurati. Così il bruco misurò il collo del fenicottero. Misurò il becco del tucano… Le zampe dell'airone… La coda del fagiano… E tutto il colibrì. Un giorno il bruco incontrò un usignolo. "Misura la mia canzone" gli disse l'usignolo. "Come posso fare una cosa simile", rispose il bruco. "Io misuro soltanto cose, non canzoni". "Misura presto il mio canto o ti mangio in un boccone", ripeté minaccioso l'usignolo. Allora il bruco ebbe un'idea. "Proverò", disse, "tu incomincia a cantare". L'usignolo si mise a cantare melodiosamente e il bruco incominciò a misurare. Misurò e misurò… bruco dopo bruco… passo dopo passo… centimetro dopo centimetro… fino a che riuscì ad allontanarsi… e a scomparire tra l'erba del prato."E così, dopo la storia con i bambini ci siamo divertiti a misurare i tavoli, le sedie, i mobili della classe, usando prima di tutto le nostre dita che assomigliavano proprio al bruchetto.
Una bimba ha poi l'idea di contare le piastrelle,
"Sono tutte uguali, come il bruco". "Ma anche il bastone rosso è formato da tanti pezzi uguali, assomiglia ad un metro, il mio papà fa così a misurare. Dada posso prendere il nastro adesivo per fare un segno?"E finalmente riescono a prendere le prime misure e capire le dimensioni della stanza e così possiamo realizzare la nostra classe in miniatura.
Solo dopo aver costruito ed osservato i plastici dall'alto abbiamo provato a ridisegnare la mappa della classe ed abbiamo potuto confrontare i due disegni e notare che gli arredi erano meglio distribuiti e non si poneva più il problema di mancanza di spazio nel foglio.
Poi abbiamo deciso di allargare le nostre esplorazioni al quartiere in cui sorge la scuola, per conoscerlo meglio e così con macchina fotografica, matite e blocco notes siamo usciti in esplorazione, i bimbi hanno disegnato ciò che vedevano, ricopiato scritte…
In classe abbiamo stampato le fotografie e le abbiamo incollate in successione su strisce di cartoncino in modo da poter fare un viaggio virtuale sulla strada in cui sorge la nostra scuola. Con i disegni dei bambini, le fotografie scattate ed i ricordi di ognuno abbiamo costruito un plastico della via in cui è situata la nostra scuola.
Ecco il plastico della strada dove sorge la nostra scuola che potete vedere in basso a sinistra |
La chiesa |
Il ponte su cui passa il treno. |
Abbiamo costruito anche le automobili, i segnali stradali e la pista ciclabile. |
Il campetto da calcio. |
Tutta l'esperienza si è integrata con quella di conoscenza di alcuni personaggi d'Italia che hanno reso grande il nostro paese (Leonardo, Virgilio, Pascoli, San Francesco e Santa Chiara, Vivaldi, Galileo Galilei), la recita di fine anno ha voluto riassumere quest'aspetto, ma abbiamo anche trattato la conoscenza degli ambienti naturali, della flora e della fauna tipiche italiane.
martedì 3 luglio 2012
Un signore maturo con un orecchio acerbo
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi era maturato
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.
Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: - Dica pure che sono vecchio
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
E’ un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire.
Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli.
Capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose.
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.
Gianni Rodari
"Orecchio bambino" |
domenica 1 luglio 2012
L'albero della vita: tra Klimt e Melotti
Come vi avevo promesso ecco l'Albero della Vita che abbiamo realizzato dopo la visita al museo, ispirati dalle opere di Melotti e Klimt.
Per realizzarli abbiamo utilizzato filo elettrico, conchiglie per la base e perline di plastica.