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sabato 17 settembre 2011

Talete, l'acqua e il galleggiamento: i quattro elementi


L’incontro con la filosofia è avvenuto attraverso il testo "La filosofia raccontata ai bambini" ed in particolare con la storia di Talete, un bambino che scopre l’importanza dell’acqua e così abbiamo provato anche noi a capire di più…
Filosofo in greco significa “amico del sapere”
Essere filosofi è amare le ragioni che stanno dietro le cose…
E’ per tali motivi che i bambini sono piccoli filosofi…
I filosofi invece sono bambini che non sono mai cresciuti, che hanno continuato a domandarsi il perché delle cose.

Un giorno Talete bambino, mentre è a pesca col padre,
incappa in un temporale, cade in mare e si ritrova circondato dall'acqua...
a distanza di tempo vive invece l'esperienza opposta: la siccità.
Ed è proprio così che Talete inizia a pensare che è l'acqua all'origine della vita
Le storie di "Guizzino" e di Talete ci hanno aperto molti stimoli per parlare dell'acqua e delle sue caratteristiche e proprietà. Il ricordo delle vacanze estive e delle giornate trascorse al mare è ancora vivo, decido allora di riunire i bambini in circle-time e di fare un brain-storming sull'argomento "galleggiamento". Le idee sono subito chiare e tutti sono d'accordo nel dire che galleggiare significa: "Stare fermi sopra l'acqua. Una cosa che non va in fondo al mare, all'acqua galleggia".
II galleggiamento è governato dal principio di Archimede e coinvolge una serie di fattori come massa, densità, peso specifico. Per spiegarlo ai bambini chiedo a loro di drammatizzarlo.




Il galleggiamento si presta alla formulazione di ipotesi e alla loro verifica sperimentale. Sebbene tutti i bambini abbiano delle esperienze di galleggiamento, alcuni oggetti hanno un comportamento non facile da prevedere. I bambini devono fare una previsione e subito verificarla. Invito così ogni bambino a cercare in classe degli oggetti che galleggiano o che affondano, poi andiamo in giardino a verificare le nostre ipotesi.



Una seconda fase può prevedere l'utilizzo del pongo. Una pallina di pongo affonda subito nell'acqua, ma se la si modella per formare una sorta di ciotola concava galleggia. Questo dimostra che oggetti che galleggiano si possono costruire con materiali che affondano. 




Rientrati in classe ecco la discussione che ne è nata:
"Abbiamo provato a far galleggiare le cose", 
"La costruzione: è affondata" , 
"La mia pallina galleggiava", 
 "E dopo la mia cannuccia galleggiava" , 
"La mia barchetta arancione blu galleggia", 
"II tappino galleggiava", 
"II pongo galleggiava, la dada aveva fatto il pongo a forma di barca, allora galleggiava, la pallina no", 
"In piedi non si galleggia, si affonda", 
"I braccioli ci fanno galleggiare perché sono pieni d'aria. Sono leggeri.", 
"Al mare i grandi si stendono dietro e fanno la stella e galleggiano senza braccioli",
"Galleggiamo di più al mare perché l'acqua è salata e si mettono i braccioli", 
"Noi galleggiamo perché c'è il sale sotto" 

Anche questa volta le idee dei bambini danno l'imput per un'altra attività: 
dimostrare che nell'acqua salata i corpi galleggiano meglio che nell'acqua dolce.
Sempre per il principio di Archimede, poiché l'acqua salata ha una densità maggiore di quella dolce, gli oggetti galleggiano meglio nell'acqua salata. 
Per questo esperimento conviene utilizzare un uovo. 
Prima si mette l'uovo in una vaschetta d'acqua del rubinetto, e si nota che affonda. 



Poi si aggiunge del sale all'acqua e magia! 



Piano piano l'uovo si solleva fino a galleggiare!




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