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domenica 8 giugno 2014

"Storia di una matita" di Michele d'Ignazio

Oggi voglio parlarvi di un libro divertente, a tratti esilarante ma anche con un contenuto di spessore che mi è capitato fra le mani grazie al web.Quando l'ho ricevuto l'ho letto tutto di un fiato perché in realtà parlava di me, parla di ognuno di noi, dei nostri sentimenti, dei nostri sogni e del coraggio che ogni giorno dobbiamo mettere per non rinunciare ad essere felici.

La storia è piaciuta a tal punto che
Lapo è entrato anche nei disegni liberi dei bimbi

Lapo è un giovane uomo che, partito da una località di campagna approda in una grande città all’inseguimento del proprio sogno di fare il disegnatore professionista. Giunto nella grande città Lapo si scontra con la difficoltà di fare strada nella professione di disegnatore. Il sogno di Lapo è però troppo grande e radicato  perché egli possa rinunciarvi così facilmente. Quindi, nonostante i continui rifiuti  Lapo persiste nel voler realizzare il suo sogno. Un giorno all’improvviso, tanto è forte il suo desiderio di diventare un disegnatore affermato, Lapo comincia a tramutarsi in una matita. Questo fatto gli farà affrontare una serie di peripezie e di avventure. Prima di tutto dovrà industriarsi a realizzare una serie di maschere rappresentanti la più vasta gamma di espressioni facciali; quelle stesse espressioni che Lapo, nella nuova veste di matita, non può più “sfoggiare”. Quindi Lapo si deve scontrare con l’ironia delle impiegate dell’anagrafe che, all’atto del rinnovo della carta d’identità, inseriscono, alla voce “segni particolari”: matita. La stessa mattina del rinnovo della carta d’identità Lapo involontariamente, mentre cammina per la strada lascia dei segni , anzi dei bellissimi disegni nel bel mezzo della piazza principale della grande città. La sua opera viene notata da un magnate, che lavora in un ufficio al centesimo piano di un grattacielo che ospita una delle principali emittenti nazionali. Costui fa rintracciare Lapo e lo incarica di realizzargli ogni giorno un disegno che egli possa ammirare al suo arrivo nel proprio ufficio e che gli riporti i ricordi della sua infanzia trascorsa  in campagna. A lungo andare Lapo si rende però conto che pur se ora la sua opera di disegnatore è ammirata da un vasto pubblico questo non porta nessun tipo di piacere e decide così di licenziarsi dal proprio lavoro. Questa decisione lo fa tornare al proprio stato normale di essere umano. Prima di abbandonare del tutto la propria professione Lapo decide di realizzare un’ultima opera e sceglie, come location le pareti del grattacielo della rete televisiva. 
Pensare di proporlo ai bimbi di scuola dell'infanzia di quattro-cinque anni è stata una sfida con me stessa, ma a me piacciono le sfide!
E così i bambini si sono innamorati del cane della vicina che abbaiava in continuazione (egregiamente interpretato da me) ma soprattutto di Lapo e del fatto che era diventato una matita.
Ci siamo divertiti così a giocare al gioco del "Se un giorno mi svegliassi e fossi diventato...(cane, scopa, spazzola, vento...) cosa farei? Come sarebbe la mia vita?"
Sono nate storie molto divertenti e surreali che ci hanno fatto ridere a crepapelle.
Per svolgere questa attività ho preparato un barattolo contenente tante fotografie di oggetti ed animali.
A turno ho chiamato un bambino alla volta che, sorteggiata una carta, cercava di mimarla e di far indovinare agli amici cosa fosse. Dopo questa prima fase di gioco ho inserito la domanda Come sarebbe la mia vita? E tutti i bimbi insieme cercavano di rispondere. Stimolandoli progressivamente ad immaginare più situazioni possibili sono nate le nostre storie.

Il libro ci ha anche offerto lo spunto per parlare e rappresentare graficamente le nostre emozioni. Ogni bambino si è messo alla prova osservandosi allo specchio e provando a ridisegnarsi con diverse espressioni e smorfie.

Abbiamo così costruito Lapo la matita e creato per lui tante facce diverse da tenere in borsa e mostrare nelle diverse situazioni.

Abbiamo realizzato anche un memory delle emozioni che ha aiutato i bambini ad interiorizzare il modo in cui rappresentare graficamente le varie espressioni del volto.

Che bello disegnare insieme a Lapo!
Grazie Michele per averci fatto conoscere il tuo libro!

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