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venerdì 29 agosto 2014

I gesti dell'accoglienza: a scuola con la "Favola dei caldomorbidi" di Steiner

Come ogni settembre arriva il momento di riabbracciare i nostri bimbi o di accoglierne di nuovi... per questo siamo sempre alla ricerca di storie od attività che facciano sentire i bimbi sereni, che ci aiutino a creare un clima disteso e allo stesso tempo stimolante.
Oggi voglio proporvi questa favola che parla di gesti, di sguardi, di affettuosità, di rapporti interpersonali ma anche del contrario, di cosa succederebbe se la gente non comunicasse più le proprie emozioni. La favola dei caldomorbidi è una metafora del bisogno umano di contatto e riconoscimento, scritta nel 1969 da Claude Steiner ed è un utile strumento per facilitare l'alfabetizzazione sulle emozioni e sulla comunicazione, consentendo ai bambini di avvicinarsi l'un l'altro e di prendersi cura del compagno.
Qui vi riporto la favola nella versione originale ma vi consiglio di acquistare la versione pubblicata dall'editore Artebambini, è molto più corta ed illustrata magnificamente.

C’era una volta un luogo, molto, molto, molto tempo fa, dove vivevano delle persone felici. Fra queste persone felici ve n’erano due che avevano per nome Luca e Vera. Luca e Vera vivevano con i loro due figli Elisa e Marco.



Per poter comprendere quanto erano felici dobbiamo spiegare come erano solite andare le cose in quel tempo e in quel luogo.
Vedete, in quei giorni felici, quando un bimbo nasceva trovava nella sua culla, posto vicino a dove appoggiava il suo pancino, un piccolo, soffice e caldo sacchetto morbido. E quando il bambino infilava la sua manina nel sacchetto, poteva sempre estrarne un… “caldomorbido”.
I caldomorbidi in quel tempo erano molto diffusi e richiesti perché in qualunque momento una persona ne sentisse il bisogno poteva prenderne uno e subito si sentiva calda e morbida a lungo.
Se per qualche motivo la gente non avesse preso con una certa regolarità dei caldomorbidi, avrebbe corso il rischio di sviluppare dentro una strana e rara malattia. Era una malattia che partiva dalla spina dorsale e che lentamente portava la persona ad incurvarsi, ad appassire e poi a morirne.
In quei giorni era molto facile avere dei caldomorbidi e si incontrava sempre qualcuno che ne chiedeva e qualcuno che ne dava volentieri. Quando uno, cercando nel suo sacchetto, tirava fuori un caldomorbido, questo aveva la dimensione di un piccolo pugno di bambina ed un colore caldo e tenero. E subito, vedendo la luce del giorno, questo sorrideva e sbocciava in un grande e vellutato caldomorbido.
E quando veniva posto sulla spalla di una persona, o sulla testa, o sul petto, e veniva accarezzato, piano piano si scioglieva, entrava nella pelle, e permetteva subito alla persona di sentirsi bene e a lungo.
La gente in quel tempo si frequentava molto e si scambiava reciprocamente caldomorbidi. Naturalmente erano sempre gratis ed averne a sufficienza non era mai un problema.
Come dicevamo poc’anzi, con tutta questa abbondanza di caldomorbidi, in questo paese tutti erano felici e contenti, caldi e morbidi, la maggior parte del tempo.



Ma, un brutto giorno, una strega cattiva che viveva da quelle parti si arrabbiò, perché, essendo così tutti felici e contenti, nessuno comprava le sue pozioni e i suoi unguenti.
A questo punto la strega, che era molto intelligente, studiò un piano diabolico.
In una bella mattina di primavera, mentre Vera giocava serena in un prato coi bambini, avvicinò Luca e gli sussurrò all'orecchio:
“Guarda Luca, guarda Vera come sta sprecando tutti i caldomorbidi che ha, dandoli a Elisa. Sai, se Elisa se li prende tutti, può darsi che a lungo andare non ne rimanga più nessuno per te”.
Luca rimase a lungo soprappensiero. Poi si voltò verso la strega e disse:
"Intendi dire che può darsi che non troveremo più un caldomorbido nel nostro sacchetto tutte le volte che lo cercheremo?".
E la strega rispose: "No, assolutamente no. Quando saranno finiti, saranno finiti. E non ne avrai assolutamente più".
Detto questo volò via sghignazzando fra sé.
Luca fu molto colpito da quanto aveva detto la strega e da quel momento cominciò ad osservare e a ricordare tutti i momenti in cui Vera dava caldomorbidi a qualcun altro.
Da quel momento cominciò ad essere timoroso e turbato perché gli piacevano i caldomorbidi di Vera e non voleva proprio rimanere senza. E pensava pure che Vera non facesse una cosa buona dando tutti quei caldomorbidi ai bambini e alle altre persone.
Cosi cominciò ad intristirsi tutte le volte che vedeva Vera dare un caldomorbido a qualcun altro. E poiché Vera gli voleva molto bene, essa smise dì dare così spesso caldomorbidi agli altri, riservandoli invece per lui.
I bambini, vedendo questo, cominciarono naturalmente a pensare che fosse una cattiva cosa dar via caldomorbidi a chiunque ed in qualsiasi momento venissero richiesti o si desiderasse farlo e, piano piano, senza quasi nemmeno accorgersene, diventarono sempre più timorosi di perdere qualcosa.
Così anch'essi divennero più esigenti. Tennero d'occhio i loro genitori e quando vedevano che uno di loro dava un caldomorbido all'altro anche loro impararono ad intristirsi. E così anche i loro genitori se ne davano sempre di meno e di nascosto perché così pensavano che non li avrebbero fatti soffrire.
Sappiamo bene come sono contagiosi i timori. Infatti, ben presto queste paure si sparsero in tutto il paese e sempre meno ci si scambiava caldomorbidi.
Nonostante ciò le persone potevano comunque sempre trovare un caldomorbido nel loro sacchetto tutte le volte che lo cercavano, ma essi cominciarono a cercare sempre meno, diventando intanto sempre più avari.



Presto la gente cominciò a sentire mancanza di caldomorbidi e iniziò così a sentire meno caldo e meno morbido. Poi qualcuno di loro cominciò ad incurvarsi e ad appassire e talvolta la gente persino moriva. Quella malattia, dovuta alla mancanza dì caldomorbidi, che prima della venuta della strega era molto rara, ora colpiva sempre più spesso.
E sempre più la gente andava ora dalla strega per comprare pozioni e unguenti, ma, nonostante ciò, non aveva l'aria di star meglio.
Orbene, la situazione stava diventando di giorno in giorno più seria. A pensarci bene la strega cattiva in realtà non desiderava che la gente morisse (infatti pare che i morti non comprino balsami e pozioni), così cominciò a studiare un nuovo piano. Fece distribuire gratuitamente a ciascuno un sacchetto in tutto simile al sacchetto dei caldomorbidi eccetto che per il fatto che questo era freddo mentre l'altro era caldo. Dentro il sacchetto della strega infatti c'erano i “freddoruvidi”. Questi freddoruvidi non facevano sentire la gente calda e morbida ma la facevano sentire fredda e ruvida. Comunque fosse, i freddoruvidi un effetto ce l’avevano: impedivano infatti che la schiena della gente si incurvasse più di tanto e, anche se sgradevoli, servivano a tenere in vita le persone che abitavano in questo luogo che una volta era stato felice.
Così tutte le volte che qualcuno diceva: "Desidero un caldomorbido", la gente che era arrabbiata e spaventata per il loro rarefarsi, rispondeva: "Non ti posso dare un caldomorbido, gradisci però un freddoruvido?".
E a volte capitava anche che due persone che passeggiavano insieme pensavano che avrebbero potuto scambiarsi dei caldomorbidi, ma una o l'altra delle due, aspettando che fosse l'altra ad offrirglielo, finiva poi per cambiare idea, ed essi finivano per scambiarsi dei freddoruvidi.
Stando così le cose ormai sempre meno gente moriva di quella malattia, ma un sacco di persone erano sempre infelici e sentivano molto freddo e molto ruvido.
E' inutile dire che questo fu un periodo d'oro per gli affari della strega.
La situazione si complicava ogni giorno di più. I caldomorbidi che una volta erano disponibili come l'aria divennero una cosa di grosso valore e questo fece sì che la gente fosse disposta ad ogni sorta di cose pur di averne. In certi casi i caldomorbidi venivano estorti con un po' d'inganno, in altri con un po' di violenza e quando questo avveniva succedeva una cosa strana, che non sorridevano più e s'illuminavano poco a poco e di un colore amaro.
Prima che la strega facesse la sua apparizione la gente usava stare in gruppi di tre o di quattro o anche di cinque persone senza minimamente preoccuparsi di chi fosse a dare i caldomorbidi. Dopo la venuta della strega la gente cominciò a tenere per sé tutti i propri caldomorbidi, e a darli al massimo ad un'altra persona. Qualche volta succedeva che quelli che davano a persone esterne dei caldomorbidi si sentivano in colpa perché pensavano che il proprio partner molto probabilmente ne sarebbe stato dispiaciuto e geloso. E quelli che non avevano trovato un partner sufficientemente generoso andavano a comprare i loro caldomorbidi e questo gli costava molte ore di lavoro per racimolare il denaro.
Un'altra cosa sorprendente ancora succedeva. Alcune persone prendevano i freddoruvidi, che si trovavano facilmente e gratuitamente, li camuffavano ad arte con un apparenza piacevole e morbida e li spacciavano per caldomorbidi. Questi caldomorbidi contraffatti venivano chiamati caldomorbidi di plastica e finirono per procurare guai maggiori.
Per esempio, quando due persone si volevano scambiare reciprocamente dei caldomorbidi pensavano, è ovvio, che si sarebbero sentiti bene, ma in realtà succedeva che nulla cambiava e continuavano a sentirsi come prima e forse anche un pochino peggio. Ma poiché pensavano in buona fede di essersi scambiati dei caldomorbidi genuini, rimanevano molto confusi e disorientati, non comprendendo che il loro freddo e le loro sensazioni sgradevoli erano in realtà il risultato del fatto che si erano scambiati caldomorbidi di plastica.
Così la situazione peggiorava di giorno in giorno.
I caldomorbidi erano sempre più rari e, a volte, anche guardati con sospetto, perché si confondevano con quelli di plastica, contraffatti. I freddoruvidi erano abbondanti e sgradevoli e tutti pareva volessero regalarli agli altri. C'era molta tristezza, paura e diffidenza e tutto questo era iniziato con la venuta della strega, che aveva convinto le persone che a forza di scambiarsi caldomorbidi un giorno non lontano avrebbero potuto cercare nel proprio sacchetto caldo e scoprire che erano finiti.



Passò ancora del tempo ed un giorno una graziosa e florida donna nata sotto il segno dell'Acquario giunse in quel paese sfortunato portando il suo sorriso limpido e caldo.
Essa non aveva mai sentito parlare della strega cattiva e non nutriva alcun timore che i suoi caldomorbidi finissero. Li dava liberamente anche quando non erano chiesti. Molti la disapprovavano perché pensavano che fosse sconveniente che i bambini vedessero queste cose e temevano dei guasti nella loro educazione
Ma essa piacque molto ai bambini, tanto che la circondavano in ogni momento. Ed anche loro cominciarono a provare gusto nel dare agli altri caldomorbidi quando gliene veniva voglia. I benpensanti corsero ben presto ai ripari facendo approvare una legge per proteggere i bambini da un uso spregiudicato di caldomorbidi. Per questa legge era un crimine punibile dare caldomorbidi ad altri che non alla persona per cui si aveva avuta la licenza. E per maggiore garanzia queste licenze di darsi caldomorbidi si potevano avere per una sola persona e spesso duravano tutta la vita.
Molti bambini comunque fecero finta di non conoscere la legge e in barba a questa continuarono a dare ad altri caldomorbidi quando ne avevano voglia o quando qualcuno glieli chiedeva. E poiché c'erano molti, molti bambini... così tanti forse quanto i benpensanti... cominciò ad apparire chiaro che la cosa era molto difficile da contenere.
A questo punto sarebbe interessante sapere come andò a finire. 


Il finale inventato da noi prevede che la strega, perdonata dai bambini per le sue malefatte, capisce il valore dei caldomorbidi e inventa una pozione per cancellare dalla memoria di tutte le persone le parole cattive e ritornare ad essere tutti buoni, gentili, affettuosi...

Riuscì la forza della legge e dell'ordine a fermare i bambini? Oppure furono invece i benpensanti a scendere a patti? E Luca e Vera, ricordando i giorni felici dove non c'era limite di caldomorbidi, ricominciarono a donarli ancora liberamente?
La ribellione serpeggiava ovunque nel paese e probabilmente toccò anche il luogo dove vivete. Se voi volete, ed io sono sicuro che voi vogliate, potete unirvi a loro a dare e chiedere caldomorbidi, e in questo modo diventare autonomi e sani senza più il rischio che la vostra spina dorsale si ripieghi soffrendo e possa appassire.
(Claude Steiner 1969)

Per i più piccoli: sarebbe bello dare ai genitori la consegna di leggere la storia ai propri bimbi, durante l'estate.
Noi solitamente invitiamo le famiglie ad una assemblea conoscitiva, a giugno e in questa occasione si potrebbe leggere assieme la storia, dandone una copia ad ogni famiglia. Si potrebbe così introdurre il discorso di come noi insegnanti curiamo il momento dell'inserimento e ci si potrebbe confrontare sulle emozioni e le paure, per arrivare a settembre preparati e fiduciosi.
In questa occasione i genitori potrebbero anche costruire, per i propri figli, dei sacchetti per contenere i caldomorbidi utilizzando del feltro colorato. Ognuno potrà personalizzare e decorare il proprio sacchetto con vari materiali di recupero, rendendoli un dono speciale per i propri bimbi.
Durante l'estate i genitori, insieme ai bimbi leggeranno la storia e riempiranno il sacchetto di stoffa con oggetti caldomorbidi.
Il primo giorno di scuola i bambini arriveranno con la loro borsina di caldomorbidi, che utilizzeranno come oggetto transizionale, al suo interno sicuramente ci sarà anche il pupazzo preferito.
In sezione troveranno il libro della favola, nascosto dentro ad uno scatolone pieno di batuffoli di cotone e gomitoli di lana. Leggeremo parte della storia e poi insieme ai genitori realizzeranno un pon pon di lana o di batuffoli di cotone, incollandoli insieme.  Metteremo questo caldomorbido insieme agli altri, nella borsina di ogni bimbo e inizieremo a giocare a scambiarci gesti caldi e morbidi: carezze, baci, abbracci, sorrisi, sguardi... Ogni bimbo mostrerà il contenuto del proprio sacchetto ed aiutato dai genitori utilizzerà i caldomorbidi per fare conoscenza con gli altri bimbi e con l'insegnante.

I più grandi invece verranno accolti dall'insegnante che farà trovare loro la storia e tanti materiali caldi e morbidi. Ad ogni bambino verrà dato un sacchetto di carta, che colorerà e decorerà in autonomia e dentro cui riporrà i propri caldomorbidi.
L'insegnante preparerà anche tutto il materiale per realizzare dei pon pon, che verranno aggiunti nel sacchetto.



Lasciando il filo di chiusura dei pon pon lungo, realizzeremo una collana per scambiarci gesti caldi e morbidi.


Incarichiamo ogni bambino di realizzare una collana di benvenuto da donare ai bimbi nuovi, di cui faranno anche i tutor, aiutandoli ad inserirsi giocando con loro e coinvolgendoli nei vari angoli predisposti (manipolativo, pittorico, delle costruzioni...).

Un'altra attività molto bella per aiutare i bambini a rilassarsi, comunicare le proprie emozioni e condividere gesti di amicizia con gli amici è quella di portare a scuola una copertina, un cuscino e i propri pupazzi e creare una stanza "caldomordida" con luci soffuse e musica dolce in sottofondo.



Dividendo i bambini in gruppi si potranno disegnare le principali sequenze della storia, in modo da stimolare i bambini a lavorare insieme, concordarsi, parlarsi...


In circle-time:

- con i piccoli si parlerà dei gesti caldi e morbidi che ci rendono felici e di quelli freddi e ruvidi che ci rendono tristi. Verbalizzeremo e introdurremo pian piano le regole per stare bene assieme.
Potremo fotografare i bambini in vari atteggiamenti (ci possono aiutare anche i tutor) e realizzare il cartellone dei gesti caldo morbidi e quello dei gesti freddo ruvidi. Potremmo fare la cornice di ogni cartellone con materiali che ci ricordano le varie sensazioni.
Cartellone dei gesti caldomorbidi: cornice con lana, ovatta, pelliccia... fotografie di bambini mentre ascoltano una storia, giocano bene con i compagni, aiutano a riordinare, fanno la pace, si accarezzano...
Cartellone dei gesti freddo ruvidi: foto di bambini mentre si bisticciano un gioco, si picchiano, non mettono a posto, non ascoltano...

- con i più grandi: si parlerà delle loro emozioni, di situazioni in cui si sono sentiti bene o male, si cercherà gradualmente di proporre esperienze ed attività che stimolino i bambini a riconoscere le proprie emozioni e i propri sentimenti, provando poi a ad esprimerle attraverso il linguaggio del corpo e l'attività grafica e la verbalizzazione (per esempio utilizzando i giochi linguistici di Rodari come la creazione di racconti con un finale diverso).

Si potrà giocare ad andare alla ricerca di
parole fredde: ferro, neve, ghiaccio, vento, acqua, frigorifero, nebbia, notte, strega, paura ...
parole calde: pupazzo, sole, fuoco, cuscino, vestito, sabbia, pantaloni, luce, Africa, felicità, caldomorbido...

Si potrà anche giocare a disegnare le varie espressioni del viso, giocando a guardarsi allo specchio o a farsi fare un ritratto da un amico.


Per chi avesse voglia vi continuare nella lettura vi riporto alcune frasi dei bambini:

"Le persone donano i Caldomorbidi agli altri. Un Caldomorbido è una cosa morbida, è un fiore, una carezza…"
"Si scambiavano l'amore, un caldo morbido è l'amore"
"La gente si regalava i caldo morbidi e stava bene. Nel mio cuore ho le parole belle per gli amici. E' un caldo morbido quando do' alla mamma e al babbo un bacino"
"Regalarsi i caldo morbidi vuol dire volersi bene."
"I caldo morbidi sono caldi e molto soffici, è l'amore. Io li do' alla mamma, al babbo, alla sorellina e al fratellone."
Che cosa sono i "caldomorbidi"? 
Che cosa rappresentano, cosa vuol dire darne uno ad una persona?
Amarsi; baci; abbracciatone; coccole; carezze; Gesù; darsi la mano; andare in giro insieme; consolare gli amici quando piangono; dire ti voglio bene;leggere le storie; le coccole quando uno ha freddo; raccogliere i fiori alla mamma; aiutare gli amici; quando uno arriva a scuola deve baciare e abbracciare e salutare gli amici e le maestre; fare un disegno;La stritolata (abbraccio forte forte), dire alla mamma e al papà che gli voglio bene; leggere un libro con mamma, papà e fratellino; fare un regalo agli amici; fare i tuffi insieme; quando la mamma ci viene a prendere abbracciarla; non fare i capricci e i birichini; non dare i pizzicotti; ascoltare; Aiutare; essere educati; non fare la lotta, vivere insieme in pace.
Che cos'è la pace?
La pace è serenità; è il silenzio; è l'amore.
Che cos'è l'amore?
E' dare i baci; volersi bene; abbracciarsi; i caldo morbidi.
Avete detto che la strega era cattiva. Che cos'è la cattiveria?
Non ascoltare la gente; dare le botte, i pugni, i calci, i morsi e fare la lotta; dire le bugie.
Che cosa succede quando uno dice le bugie ad un'altra persona, che cosa gli sta dicendo?
Che non gli vuole bene; lo ferisce.
Nella storia tutti diventano tristi. Che cos'è la tristezza?
Che ti viene da piangere; che nessuno ti coccola; il cuore si sente grigio; quando va via il babbo, la mamma, qualcuno a cui vuoi bene.
La fata riporta l'allegria. Che cos'è l'allegria?
Essere felici; abbracciare; giocare; fare i disegni; ballare; ridere; scherzare; leggere le storie; cantare; è una sorpresa



4 commenti:

  1. Bellissima storia e ricca di spunti. Grazie Dada Pasticciona!

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  2. Eccezionale cm sempre... bravissima Dada! La proporrò senz'altro... grazieeeeee!

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