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mercoledì 8 febbraio 2012

"UN PEZZETTO DI INVERNO"

"L'inverno è alle porte e per Porcospino è il tempo del grande sonno, il letargo.
Nel salutare l'amico Coniglio gli chiede di conservare un po' di inverno… Porcospino infatti non ha mai visto la neve e non sa che cosa sia il freddo…
Coniglio è però molto smemorato, Porcospino gli lascia un messaggio sull'albero. Riuscirà Coniglio a d accontentare l'amico dormiglione? Certamente, e così l'amico scoprirà finalmente com'è l'inverno, lo vedrà, lo toccherà, lo annuserà…"                                                                                                      di  Stewart e  Riddell
Questa storia è stata da stimolo per iniziare con i bambini un laboratorio tattile, "munariano", con materiali bianchi. 
Il mio incontro con il metodo Munari , impressioni e suggestioni.
Munari aveva il dono di insegnare molto dicendo solo poche parole. Le sue azioni, per incuriosire, per far vedere come si fa senza tante spiegazioni, facevano ritrovare il gusto di imparare giocando anche agli adulti. Il suo profondo interesse per la natura e l'acuto senso di osservazione, la costante ricerca dell'essenzialità ma anche della particolarità di ogni materiale sono alla base del suo metodo rivoluzionario. Egli diceva:
"I bambini di oggi sono gli adulti di domani, aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi, aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi, aiutiamoli a diventare più sensibili. Un bambino creativo è un bambino felice".
Il linguaggio tattile è la prima forma di comunicazione del bambino. Permettere ad esso di sperimentare un laboratorio munariano significa permettergli di apprendere attraverso il gioco e la sperimentazione; di consentirgli di capire come sono fatte le cose, ampliando le proprie conoscenze; di fare scoperte, di costruire il proprio sapere sviluppando un pensiero progettuale creativo, di sviluppare la propria fantasia rimuovendo gli stereotipi.
Vivendo in prima persona  questa esperienza ho potuto comprenderne l'eccezionalità: il bambino impara a fare da sé, l'adulto osserva e predispone i materiali per allestire un ambiente stimolante; pone domande, non da mai risposte ma porta il bambino a trovarle in modo autonomo.
Molto più spesso è l'adulto che insieme al bambino riscopre "la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare" .
Preparare un laboratorio di questo tipo richiede un po' di lavoro per ricercare materiali interessanti e stimolanti dal punto di vista tattile (carta di diversi tipi, cotone, ovatta, paglia sintetica, filati, stoffe, pizzi, plastica, bottoni...). La prima volta che mi sono avventurata in questa esperienza ero inesperta ed ho commesso un errore da evitare assolutamente e cioè mettere anche materiali commestibili come il sale, la farina e lo zucchero a velo: i bambini si sono infatti distratti ad assaggiare e qualcuno toccando i materiali con irruenza li ha fatti volare dappertutto... non sto a dirvi in che stato era la classe dopo...


La foto che dimostra l'inizio del "disastro", c'è chi tocca, chi fa cadere e chi assaggia...

Ma torniamo a noi, dopo aver reperito i materiali si dividono in contenitori o sacchetti, si dispongono su di un tavolo e si mettono le luci soffuse per creare un clima pacato e tranquillo. 
In un'altra stanza nel frattempo si preparano i bambini disegnando sul palmo della loro mano un occhio e dicendo loro che presto entreranno in una stanza magica dove guarderanno le cose con le mani; gli occhi, per chi riesce e ne ha voglia vanno tenuti chiusi. Uniche regole da rispettare: il silenzio e l'attesa del proprio turno. L'insegnante invita quindi i bambini a formare un trenino e li guida vicino ai tavoli per iniziare l'esplorazione, ogni volta che i bambini sentiranno il suono di un campanellino dovranno procedere di un passo e cambiare materiale, questa tecnica consente di non far aspettare troppo i bambini e di mantenere quindi alta e viva l'attenzione.

Inizia la fase di esplorazione, c'è chi tiene la mano davanti agli occhi per non cadere in tentazione...
... chi riesce a controllarsi...
... chi vuole sentire i materiali anche sulle guance, dove la pelle è più sensibile

Al termine della fase di esplorazione si invitano i bambini a raccogliere in un sacchetto il loro "Pezzetto di Inverno", cioè i materiali che hanno preferito o che li hanno colpiti di più e poi di sedersi per toccarli con calma e raccontare le sensazioni suscitate: l'insegnante appunta le parole dei bambini e poi raccoglie i sacchettini per l'incontro successivo.


I bambini, al termine del laboratorio, ripongono il loro sacchetto di materiali.

Durante il secondo incontro si riprendono i vari materiali e si invitano i bambini ad elencare le sensazioni tattili provate: è liscio, è morbido... L'insegnante li guida ponendo domande stimolo: A cosa assomiglia? Cosa ti sembra? E così nascono nuovi vocaboli tattili "caramelloso, morbinuvolo, barbettino, frescolino". 
Direi che questa fase aiuta molto i bambini ad imparare a tradurre in parole le loro emozioni e sensazioni; è un buon esercizio di creatività ed un ottima attività linguistica di ampliamento del proprio vocabolario.

Il terzo incontro è quello in cui il bambino realizza una propria tavola tattile con i materiali selezionati, il proprio pezzetto di inverno da conservare a ricordo dell'esperienza.


Con i più grandi si può anche provare a chiedere di inventare una storia, dove ogni personaggio è un materiale diverso... credetemi se li stimolate guidandoli ed iniziando voi con un esempio, nascono lavori bellissimi e storie meravigliose. 
(Per stimolarli ed aiutarli a capire meglio la consegna potete leggere "Cappuccetto Bianco" di Bruno Munari, un libro formato da tante pagine bianche tranne una... i bambini rimangono sempre molto colpiti ed affascinati).

Un'altra idea è quella di far realizzare ad ogni bambino una tavola tattile che li descriva. Faccio un esempio, un bambino molto affettuoso metterà piume, ovatta; magari aggiungerà un po' di plastica dura per quando si arrabbia... 
provate e siate testo delle parole dei bambini, registratele, trascrivetele, leggetele ai compagni oppure fate descrivere ad ogni bambino la sua opera: è un modo efficace per far crescere l'autostima dei vostri piccoli.
  
Ecco i ritratti tattili 

4 commenti:

  1. Ciao! Che bella quest'attività, sai che pensavamo che anche noi potremo proporre qualcosa del genere ai bambini. Ci piace il modo nel quale ai presentato il materiale . Le opere d'arte che hanno creato i bambini sono bellissime.!

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  2. Si, si adatta molto anche ai bimbi piccoli e con loro potresti fare come attività aggiuntiva una piscina tattile dove farli giocare a turno. L'ho provato con i tre anni e si erano divertiti moltissimo

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  3. Bellissima attività ! Mi potresti dare l'elenco dei materiali ? Grazie mille
    Martina

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  4. Tutto ciò che trovi di bianco a casa: stoffa, lana, cotone, ovatta, dischetti per staccare, bottoni, tappi, bicchieri di plastica, carta, cartoncino ondulato, riso, farina di cocco, pizzo, fettucce...

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