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martedì 30 agosto 2011

"Quadri SENSIbili": l'udito

Mentre in sezione stavamo eseguendo le solite routine prima di iniziare l'attività si è sentita una voce e poi dei piccoli rumori accompagnati dall'abbaiare di un cagnolino. Siamo subito corsi in corridoio a guardare ed abbiamo visto delle impronta, le abbiamo seguite fino al giardino dove abbiamo trovato le immagini dei quadri  "L'Urlo" di Munch, e "Dinamismo di un cane al guinzaglio" di Balla, subito qualche bambino da detto di aver visto sfuggire un cagnolino…

Tornati in sezione parliamo di ciò che abbiamo sentito e poi visto: abbiamo trovato dei quadri che si "guardano con le orecchie". Ora proviamo anche noi a rifare i rumori dei quadri, i bambini sono molto divertiti dal risentire le proprie voci e nell'osservarsi allo specchio.


I bambini provano ad urlare come nel quadro di Munch



"L'urlo" di Munch

 Chiedo ai bambini che emozione sta provando la persona sul quadro, rispondono che sta urlando perché ha paura del cane, altri dicono che è un fantasma che ci vuole spaventare, altri ancora dicono che sta facendo "OH" . Osservando il quadro del cagnolino dicono che sta scappando perché il suo padrone lo vuole prendere, sopra di lui vedono una nuvola o un fantasma. 


"Dinamismo di un cane al guinzaglio" di Balla
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sabato 27 agosto 2011

"Quadri SENSIbili" : il tatto (seconda parte) Laboratorio creta


Avevo lasciato i bambini con la promessa di far diventare le loro mani dure come quella di Botero e così l'indomani erano tutti curiosi ed elettrizzati di vedere la mia nuova magia.



I bambini prendono confidenza con la creta

venerdì 26 agosto 2011

"Quadri SENSIbili" : il tatto


"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo,
se faccio capisco" (Bruno Munari)

Per avvicinarli all'arte facendo leva sul tatto, ho usato le opere di Botero, sia sculture che dipinti, concentrando poi il lavoro sulla mano. 
Ho ritenuto opportuno operare con due tipi di interventi: il primo per stimolare la conoscenza tattile delle opere, il secondo per ricreare la sensazione tattile provata e tradurla in elaborati manuali. 
Visto però che era impossibile fare toccare ai bambini le sculture, ho pensato di portare in classe la sensazione che avrebbe dato toccarle: due bambole di materiali corrispondenti alle sensazioni tattili evocate dalle opere di Botero.


Una bambola di pezza 
per rendere
la sensazione di morbidezza del quadro
una bambola di ceramica per rendere la sensazione
di durezza della statua


Per arricchire il vocabolario tattile dei bambini e stimolarli ad esprimersi ho pensato di allestire il  "Gioco dei sacchetti magici", contenenti materiali di diverso tipo che i bambini potevano guardare solo con le mani.
Così, dopo aver disegnato sul palmo delle loro manine due grandi occhi spalancati, li ho invitati a toccare i materiali dei vari sacchetti e a raccontarmi cosa pensavano di toccare e a provare a inventare dei nuove parole per definire quali erano le loro sensazioni. ("è liscietto"; "é durevole"; "è morbidoso"... e tanti altri vocaboli buffi).
In seguito abbiamo riguardato le opere di Botero avviando una "discussione" su ciò che loro avevano toccato dentro i sacchetti, e quello che più sarebbe stato simile se avessero potuto toccare le opere di Botero. 

Dopo di che mi sono concentrata solo su due opere: prima di farle incontrare ai bambini li ho spinti a toccare la mano ed il viso dei loro compagni, per farmi dire se erano morbidi o duri, grassocci o secchi, tondi o appuntiti. Poi ho mostrato la "Mano" di Botero, prima su computer e dopo con fotocopie di varie dimensioni, ed ho chiesto se gli sembrava come la loro, invitandoli a prendersi per mano e a sentire bene come erano fatte le mani. 
E finalmente ci siamo messi al lavoro cercando di ricreare, a modo nostro, le opere osservate!

e poi anche con materiali duri

abbiamo riempito dei guanti di plastica trasparente
con materiali morbidi cercati dai bambini a casa
Cartellone delle "coccolose"

Ogni bambino ha tracciato la sagoma della propria mano
e poi ha incollato il materiale che aveva toccato
dentro ai "sacchetti magici"


Dopo tutto questo lavoro ho annunciato ai bambini che con un'altra magia avrei fatto diventare le loro manine dure come la roccia, ma questa è un'altra storia.

giovedì 25 agosto 2011

"Quadri SENSIbili": L'olfatto


Accolgo i bambini in salone dicendo loro che in classe c'era una sorpresa ma che per scoprirla dovevano essere molto coraggiosi ed entrare in una stanza quasi buia. 
La curiosità è tale che anche i più timidi o paurosi paiono non preoccuparsi, prendono per mano un compagno e preceduti da me si dirigono verso la sezione.
Entrati in classe ci sediamo, e già qualcuno fa notare che c'è un profumo strano. Io dico conoscerne il motivo e racconto loro che durante la notte era successa una cosa strana e cioè che i disegni di alcuni dei quadri che erano appesi al muro si erano trasformati. 
Accendo la luce e "magia!" ci sono tanti pezzi di stoffa che nascondono i quadri profumati. 
Uno alla volta li scopriamo ed invito tutti ad annusare, ad occhi prima aperti e poi chiusi, i profumi dei dipinti e a ricordare quali quadri potevano essere. 

I bambini dopo aver annusato delle
arance vere annusano il quadro
che odora anch'esso di arancia


Mano mano che indovinavano ricomparivano le immagini che abilmente avevo appiccicato con il bi-adesivo dietro ai pezzi di stoffa, ed anche queste profumavano.

L'euforia dei bambini è tale che mi chiedono di poter creare anche loro un quadro profumato!


Alcuni decidono ri-disegnare il quadro
e poi con  la buccia di arancia lo strofinano per profumarlo,
altri decidono di attaccarla sul loro lavoro.
Con la pasta di sale,a cui abbiamo aggiunto una fialetta di
"fiori d'arancio" per dolci , abbiamo creato il quadro tridimensionale.

Ed allora al lavoro!!!



I girasoli sono stati profumati incollando polvere
di caffè d'orzo su cerchietti di cartoncino marrone
o sul cartone a forma di mezza sfera che si trova sotto le cassette della frutta 




I petali sono stati realizzati con carta crespa,
per lo stelo invece abbiamo usato i legnetti da spiedino
ricoperti di carta crespa verde

Questo quadro non è stato "ri-prodotto" da nessuno
perché aveva un odore sgradevole. 


Questo quadro è stato dipinto con i colori  creati
dai bambini stessi che hanno
pestato dei petali  e fili d'erba insieme all'acqua.



"Quadri SENSIbili" La vista

Lunedì mattina, i bimbi rientrano a scuola e trovano una sorpresa, la classe si è trasformata in un museo d'arte moderna: ho infatti appeso su tutte le pareti fotocopie a colori di opere d'arte, ed ho sparso sui tavoli e sul tappetone tante monografie di artisti come Mirò, Kandinsky, Klee, Picasso, Albers ed altri che lavoravano con forme geometriche e non con soggetti standard. 
I bambini sono rimasti stupefatti e sorpresi di trovare la sezione così colorata, e dopo un'iniziale immobilità si sono messi a correre per l'aula a guardare da vicino il materiale che avevo messo loro a disposizione. 
Ho chiesto se gli sarebbe piaciuto toccarlo, odorare quello che c'era disegnato, o mangiare quello che vedevano nei quadri, o ascoltarne i suoni, ed ho detto loro che con delle piccole magie, sarei riuscita a fare tutto ciò, ma che  avrebbero dovuto avere pazienza perché le magie hanno bisogno di tempo.

Poi li ho invitati a sedersi vicini in cerchio ed insieme abbiamo guardato quei libri speciali, pieni di colori e forme strane. Ho fatto sfogliare i libri ai bambini, mi sono fatta dire cosa ne pensavano, se erano dipinti simili a cose viste o completamente sconosciuti, cosa pensavano di vedere, a cosa potevano somigliare quelle figure, poi, tutti insieme abbiamo provato a rifarli. Più di un bambino ha associato ciò che aveva visto, all'idea di un sogno, dove non c'erano elementi "difficili" da disegnare, ma tanti colori e linee e cerchi facili. 


Rielaborazione di un quadro scelto sfogliando delle monografie di pittori famosi.
“Ho scelto questo perché mi ricorda la mia mamma e i colori sono belli” 

ECCO I COMMENTI AD ALCUNI QUADRI OSSERVATI



"Grande giallo" Albers
“Sono tre quadrati, si chiama così perché è grande, e tutto giallo.
Il pittore si sentiva bene perché pitturava e poi si sentiva meglio.
Pensava a Mirò perché voleva ricopiarlo!  Sembra una luce, una casa, una finestra, ha i colori del sole,  ha il colore dello stupore, sembra un regalo, un pacchetto con dentro un gioco.”


"Azzurro" Magritte
“Sembra un sasso che vuole rompere, è una pietra con un castello dove c’è un re.
Il sasso va nel cielo perché si sta meglio con Gesù. E
’ successo un terremoto ma non si sono fatti male. Il
 sasso si vuole tuffare nel mare perché gli piace.
“Dapprima innalzatosi nel grigiore della notte” Klee
“E’ un arcobaleno allegro, l’abbiamo già visto in un libro, 
i colori sono divisi da una riga perché racconta due storie diverse”


 “Le grazie naturali” Magritte
“E’ una pianta con quattro uccellini felici, è la pianta dei pinguini, sono felici. 
Il pittore vuole bene alla natura.”


mercoledì 24 agosto 2011

"La Casa delle Emozioni!"

Ho fatto osservare ai bambini una serie di quadri famosi che potessero suscitare in loro una vasta gamma di emozioni e poi ho posto a loro delle semplici domande: Cosa sentite guardando i quadri? che cosa provate? Avete paura? Perché sono stati usati quei colori piuttosto che altri? Siete contenti o arrabbiati a vedere questi quadri?

Tristezza: Ritratto di Van Gogh 

Felicità: "Bambina con giocattoli" di Renoir

Stupore: "Albero della vita" Klimt


Paura: quadro di Utamaro


Rabbia: quadro di Paul Klee


In seguito ho cercato di incoraggiare i bambini a tradurre i sentimenti suscitati dai quadri in espressività facciale e li ho fotografati.

Guardando le foto abbiamo potuto  osservare i tratti somatici caratterizzanti ogni emozione e li abbiamo disegnati in modo semplice e schematico.

Un passaggio successivo è stato quello di associare ad ogni emozione un colore. In base ai quadri osservati e dopo una piccola discussione abbiamo trovato un punto d'accordo sulle combinazioni colore/emozione.

  • Felicità = verde
  • Tristezza = grigio
  • Paura = nero
  • Rabbia = rosso
  • Stupore = giallo.
Ed infine, dopo tante attività di approfondimento, letture, drammatizzazioni, giochi di gruppo…, eccovi la nostra “Casa delle emozioni!”


Ecco la casa delle emozioni che ogni bimbo ha potuto portare a casa.
Ne abbiamo realizzata una grande per la scuola con tante porte e la possibilità per ognuno di attaccare il proprio segnalino nell'emozione provata all'arrivo a scuola


I bambini hanno disegnato e colorato la loro casetta, al posto della porta è stato messo del velcro su cui potevano applicare il cartellino corrispondente al loro stato d’animo del momento (una sorta di termometro del proprio umore).

Ogni cartoncino è stato realizzato con tecniche diverse in modo da avvalorarne la scelta emotiva; per esempio per la paura abbiamo usato il nero, graffiandolo con uno stecchino, per sottolineare che la paura ti graffia tutto il corpo quando la provi; oppure nello stupore abbiamo usato dei brillantini, perché quando non ti aspetti una cosa è come se ci fosse un'esplosione finale, che ben si rappresenta con dei brillantini dorati!; per la rabbia abbiamo strappato la carta; per la tristezza abbiamo fatto tante lacrime; per la felicità abbiamo riprodotto il prato su cui ci divertiamo…

Così abbiamo giocato a scoprire il colore dietro all'emozione.

L’attività è stata molto apprezzata dai bambini che si sono divertiti a drammatizzare situazioni in cui si sono sentiti tristi o felici od arrabbiati…

I loro disegni si sono colorati di emozioni ed espressioni.

L’utilizzo della casetta delle emozioni li ha resi più consapevoli dei propri stati d’animo e di quelli altrui correggendo in modo autonomo i propri atteggiamenti ed imparando a rispettare  di più i compagni ed i loro sentimenti. 



lunedì 22 agosto 2011

Origami che passione!!!

Un'altra attività molto divertente, che piace a grandi e piccini, è quella di creare personaggi e storie utilizzando dei semplici origami. Sicuramente ci vuole un po' di pazienza, ma dopo aver fatto i primi sarà tutto più facile. 
In commercio troverete tanti libri con origami per bambini, ma ancora più facile è consultare internet e trovare i siti dove sono spiegati passo passo.


Pipistrello

Storie e ritratti in cornice...

Una dada non va mai in vacanza, nemmeno quando le scuole sono chiuse cessa di fare il proprio mestiere.

A dire il vero poi non lo definirei nemmeno mestiere, è piuttosto una missione: credo che per essere insegnanti ci voglia tanta passione, curiosità, voglia di giocare e mettersi in gioco, desiderio di comunicare ed aprirsi al dialogo, voglia di condividere e di donarsi ai propri allievi ma anche desiderio di studiare ,di tenersi sempre aggiornati, di osservare il mondo con occhi diversi per vedere le potenzialità nascoste dentro a ciò che ci circonda... e tanto altro ancora.

Ma torniamo a noi.
Questa estate, come di consuetudine, ho trascorso alcune giornate insieme alle mie quattro nipotine e ci siamo divertite un sacco dando libero sfogo alla nostra creatività  e realizzando dei lavoretti molto carini che vogliamo condividere con voi.
Ecco un modo originale per creare cornici dentro cui i bimbi possono disegnare la propria famiglia; oppure si possono utilizzare i vari riquadri per inventare una storia e disegnarne le varie sequenze, nel rombo più piccolo va il finale che resterà nascosto sotto la carta colorata e verrà svelato solo alla fine. 

storie in sequenza con finale a sorpresa
cornici per ritratti di famiglia.
Ma vediamo come fare per realizzare queste cornici.



Come vedete è molto facile, eseguiti i primi passaggi non resta che aprire le nostre cornici ed applicare sul retro con la colla dei fogli di carta bianca su cui disegnerete.
Che ne dite? 
Sicuramente questo sarà uno dei primi lavoretti che faremo a scuola per farmi raccontare dai bimbi come hanno trascorso le vacanze.
Se avete bisogno di ulteriori spiegazioni non esitate a chiedere.

venerdì 12 agosto 2011

Il sentiero, l'albero e la salita

Qualche giorno fa mio marito ed io stavamo passeggiando lungo un ripido sentiero alberato di montagna, lui agilmente mi precedeva  mentre io, a fatica, lo seguivo, lentamente, guardandomi attorno per cercare qualche buon pretesto per fermarmi e riprendere un po’ di fiato ed eccolo lì il mio pretesto: un albero. 
Beh, certo nel bosco è normale trovarne, ma questo aveva qualcosa di diverso, di rassicurante. 
Non era né maestoso né enorme, era un albero ritorto, ripiegato su se stesso, ricurvo, ma tenacemente attaccato ad una roccia e quasi non si distinguevano le radici dai rami, ma era bello, unico,speciale. 


Mentre lo osservavo pensavo a quante volte nella mia professione ho incontrato bambini che assomigliavano a quella pianta, bambini chiusi, diffidenti, che sono dovuti crescere in ambienti difficili, sfavorevoli ma che nonostante tutto si sono aggrappati a quel poco di bello che avevano e sono andati avanti, felici di vivere.
Poi ho pensato a quante volte, davanti a bambini in difficoltà ho sentito specialisti che escludevano qualsiasi possibilità di miglioramento, togliendo così ogni speranza a genitori che avrebbero avuto bisogno di parole di incoraggiamento piuttosto che macigni da caricarsi sulla schiena. 
Anche in questi casi però col tempo la natura ha avuto ragione e questi bimbi sono sbocciati, cresciuti, sono diventati speciali come il mio albero nel bosco e tutto perché hanno avuto luce, calore e nutrimento: 
AMORE. 
Ho imparato che, in educazione, non bisogna mai rinunciare ai propri bambini, non bisogna lasciarli in balia di loro stessi, si deve dare amore ed il resto verrà da sé.



Ma ritorniamo al sentiero, all’albero, alla salita a mio marito che mi ha distanziata e che cerco invano di fare partecipe: 
“Quest’albero è davvero bello” mi ritrovo a dire al vento. 
La frase è stata colta, non da lui, ma da una signora che stava sopraggiungendo e che con mia sorpresa si ferma a guardare “il mio albero” cercando a sua volta di attirare l’attenzione dell’uomo che era con lei. Tralascio il fatto che spesso noi donne parliamo e i mariti non ci ascoltano e penso: 
“Vedi come è facile, è bastato il mio entusiasmo per coinvolgere altre persone, ecco come voglio insegnare! Voglio suscitare l’entusiasmo dei miei bambini, abituarli a guardarsi attorno, a scoprire le meraviglie che li circondano; voglio che crescano appassionandosi alla lettura, all’arte, alla musica  e non riempirli di cose inutili e vuote”.
A ben pensarci credo che la vita sia come quel sentiero irto, ripido, faticoso; spetta a noi guardarci attorno ed 
accorgerci che ci sono tante cose belle di cui godere durante la salita…

E allora zaino in spalla, binocolo al collo e via mettiamoci in cammino!

venerdì 5 agosto 2011

Fin da piccoli



Riordinando alcuni documenti ho ritrovato le mie vecchie schede e rileggendole sono rimasta scioccata dai giudizi delle mie insegnanti.




Leggo e mi convinco che stiano parlando di me adesso, in questo momento. Ma come è possibile che fossi già così seria, ligia al dovere, affidabile fin dalla prima elementare? 
Certamente l'educazione dei miei genitori ha influito fortemente...



La timidezza è rimasta, anche se chi mi conosce dissentirà con me; la verità è però che vivo costantemente con il freno a mano tirato, ci sono solo alcuni che conoscono il mio lato più pazzo ed estroso: mio marito ed i miei alunni e questo perché sono le uniche persone da cui non mi sento giudicata e che mi amano così come sono.

Oggi più che mai sono convinta di una cosa e cioè che fin da piccoli si può capire come diventeremo da grandi, siamo come dei minuscoli semi che contengono già l'idea della pianta che diverremo. 
Gli adulti intorno a noi e  le esperienze che viviamo possono o farci crescere forti lungo la nostra strada o piegarci, deviarci ed indebolirci ma se scaviamo affondo ritroviamo le nostre radici, il nostro essere primordiale, la nostra essenza.

Io da bambina sono stata felice, ho avuto tanta libertà ma anche molte regole, limiti e doveri. 

Mio padre era fornaio e quindi durante il giorno mio fratello ed io non potevamo giocare, se restavamo a casa dovevamo cercare di muoverci con passo felpato, cercare di attutire tutti i rumori e se per sbaglio superavi la soglia dei decibel consentita arrivava subito dalla stanza da letto il fischio di monito. 
Dovete infatti sapere che spesso per comodità, brevità o pigrizia mio babbo parlava in codice, cioè fischiando: c'era il fischio per dire che dovevi fargli un favore; quello per chiamarti a tavola; quello per dirti di stare zitto; quello di quando era proprio arrabbiato; quello per dire di toglierti dai piedi; quello di quando era contento e così via e sarà forse per questo motivo che io sono diventata  logorroica e desiderosa di comunicare.
Il lato positivo di tutto questo era che potevamo passare tutta la giornata in giro in bicicletta o a casa di amici ed abbiamo potuto davvero divertirci tanto; ho vissuto tante avventure, ho frequentato tante persone, ho giocato nei modi più disparati...
Ora sono qui, cambiata ma non troppo e desiderosa di ritornare bambina insieme ai miei alunni.
In attesa racconterò della mia infanzia a voi come farei con loro, poi quando inizierà la scuola vi parlerò delle nostre esperienze assieme.


lunedì 1 agosto 2011

La libertà di essere bambini


Se torno con la mente a quando ero piccola sono tanti i ricordi che riaffiorano e a cui ripenso con nostalgia.
Credo che la libertà che abbiamo potuto vivere noi, intendo quelli della mia generazione, non possa più essere goduta.


I bambini ora abitano dentro ad una gabbia dorata, bella, accogliente, dotata di tutte le comodità, sono serviti e riveriti...
 ma sono pur sempre prigionieri e questo è il mio più grosso rammarico.
Quello che si cerca di fare adesso alla scuola dell'infanzia è proprio di ri-creare situazioni in cui i bimbi possano assaporare la gioia di sentirsi liberi di fare cose che un tempo erano normali.

Qualche esempio?


I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE

1

IL DIRITTO ALL'OZIO
 a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

2
 IL DIRITTO A SPORCARSI
 a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

3
IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura

4
IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare

5
IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare,incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

6
IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

7
IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

8
IL DIRITTO AL SELVAGGIO
 a costruire un rifugio-gioco nei boschetti,
ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

9
 IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

10
IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle
Questo manifesto è rivolto ai grandi, anche perché i piccoli lo capiscono al volo. Un po' come diceva il Piccolo Principe "…ai grandi bisogna sempre spiegare tutto quello che i bambini capiscono subito".


Allora qual è il mio invito:
ripensare a quando eravamo piccoli e permettere ai nostri bambini di sperimentare giochi all'aria aperta e soprattutto l'autonomia, senza temere chissà quali tragiche catastrofi. 
In fondo noi siamo sopravvissuti a noi stessi ma soprattutto ai nostri genitori che ci svegliavano al mattino e che poi si dimenticavano di noi per tutto il resto della giornata.






E allora riscopriamo il bambino dentro ognuno di noi, viviamo esperienze all'aria aperta, iniziamo a guardarci attorno con la meraviglia che avevamo negli occhi da piccoli, apprezziamo il sole del mattino, il profumo della terra bagnata dalla pioggia, il canto delle cicale... ed insegniamo ai nostri piccoli a rispettare il mondo e prendercene cura perché lo amano, lo vivono e lo sperimentano quotidianamente!