Cara Vanessa, ti ringrazio per avermi segnalato i tuoi libri "Un sottomarino in paese" e "Mina e il Guardialacrime", due testi ricchi di spunti per lavorare con i bambini.
Ecco cosa abbiamo realizzato coinvolgendo i genitori: un albero della pace e della gentilezza. Con i bambini abbiamo decorato le sagome delle loro mani realizzate su diversi materiali e le abbiamo appese insieme a quelle dei loro genitori che, in una serata dedicata, avevano realizzato l'albero e le loro impronta con dentro scritto un pensiero di pace, di amore o di gentilezza.
In un angolo del salone abbiamo messo cuscini, pupazzi e coperte ed abbiamo appeso l'albero creando così uno spazio-rifugio dove andarsi a sedere per calmarsi o ritrovare la serenità dopo un litigio. I bambini in modo autonomo gestiscono questo angolo e decidono di utilizzarlo da soli od insieme ai compagni con cui c'è stato uno screzio per ritrovare la pace.
I testi ci hanno fornito anche lo spunto per parlare dei gesti gentili che contribuiscono a farci vivere sereni ed in pace. Ci siamo divertiti a drammatizzare tante situazioni in cui siamo gentili ed altre in cui litighiamo ed abbiamo parlato delle nostre emozioni e stati d'animo.
E qui nascono tanti altri spunti di lavoro, ve ne elenco solo alcuni, altri li trovate qui:
- creare un orologio delle emozioni dove ogni bambino può mettere la freccia sull'emoticon che rappresenta il suo stato d'animo.
- si possono fare giochi per imparare a collaborare come trasportare una palla a coppie tenendola in equilibrio su due bastoni e cercando di non farla cadere, o fare dei percorsi bendati e guidati dalle indicazioni dei compagni.
- si possono associare musiche, colori ed opere d'arte ad ogni emozione.
Ma lasciamo la parola all'autrice.
Prima di tutto, grazie per l'ospitalità in questo tuo blog colorato, creativo e accogliente!
Mi presento a tutti voi, sono Vanessa Navicelli ed è davvero un piacere essere qua con i miei libri.
I miei libri, ecco. Sarà il caso di presentarveli?
Partiamo con il primo.
Nel libro ho raccontato di un Capitano e di un piccolo sottomarino che per tutta la vita non ha fatto che combattere e non sa stare senza fare la guerra, anche quando di guerre non ce ne sono. Un Capitano così matto da non chiedersi nemmeno se c'è o no un motivo per attaccare; l'importante è iniziare a combattere, poi il motivo lo si troverà!
Il sottomarino mi è venuto subito in mente, perché il messaggio centrale della mia storia è che la guerra è una cosa da matti, senza senso. E cosa c'è di più insensato di un sottomarino che, invece di starsene in mare, si trova nella piazza di un paesino di collina? Il punto era questo: dare subito l'idea della follia della guerra con un'immagine.
Il messaggio principale di questa fiaba è che la guerra non risolve i problemi, anzi ne crea di nuovi. Che la violenza genera altra violenza, e quindi non è la strada da seguire. Mai.
Solo avvicinandosi al Prossimo e lasciandosi avvicinare si può sperare di migliorare le cose. La collaborazione, il rispetto, il saper ascoltare l'altro, l'interessarsi all'altro, l'aiuto reciproco e, se nasce, anche l'amicizia… ecco, queste sono soluzioni.
Io l'ho sempre pensata come una fiaba per famiglie. Da leggere assieme. Un modo che permette ai bambini di imparare (divertendosi) e agli adulti di ricordare.
Molti bambini che ci si sono affezionati l'hanno fatta diventare anche una storia della buonanotte!
Una volta, in un incontro in una scuola, un bambino mi ha chiesto: "Perché hai deciso di fare un finale felice, senza guerra?" Risposta: perché è quello che spero. Quello che vorrei accadesse sul serio, anche nella realtà. Nel nostro mondo, purtroppo, è molto più difficile e complicato. Ma il mio finale vuole essere di buon augurio.
Questa fiaba mi ha portato cose che non mi sarei mai immaginata. Ad esempio, gli incontri coi bambini nelle scuole.
I bambini sono meravigliosi! Pieni di domande da farti ma anche di cose da dirti. E pieni di affetto, per la storia e per chi l'ha scritta. È un vero privilegio incontrarli e passare del tempo con loro.
Tutte le scuole che ho incontrato hanno lavorato a progetti didattici sul mio libro, da semplici disegni (e quanto è bello vedere bambini che disegnano la pace…), a riscritture della storia, a messe in scene teatrali… di tutto. Mi hanno stupita un'infinità di volte, sia i bambini che le maestre. Mi ripeto, ma le ondate di affetto che ti arrivano sono qualcosa di indescrivibile.
Sono incontri molto vivaci e veri, perché io mi metto in gioco senza filtri; i bambini se ne accorgono subito e reagiscono facendo lo stesso. Il target principale sono i bambini della scuola primaria, sì, è vero. Ma "Un sottomarino in paese" viene letto anche nelle scuole dell'infanzia e a bambini di età diversissime. Una scuola dell'infanzia ne ha fatto il libro di riferimento per l'intero anno scolastico (con laboratori e incontri in biblioteca, lavori in classe e, a chiusura dell'anno, una messa in scena teatrale).
Ma passiamo al secondo libro.
"
Mina e il Guardalacrime", una fiaba illustrata per bambini dai 4 anni. (E per tutti quelli che hanno un cuore aperto alla magia!)
"Mina e il Guardalacrime" inaugura la collana delle Fiabe Bonbon. Fiabe buone, di nome e di fatto. Piccole e dolci come i bonbon.
Magia, poesia e tenerezza (a volte un pizzico di umorismo) sono le caratteristiche di queste storie, che possono far leva anche su lettori più adulti.
Si sa: un bonbon tira l'altro. Ecco perché a questa prima fiaba ne seguiranno molte altre.
Sarà una grande avventura. E i lettori ne faranno parte.
Mina è una piccola lacrima in fuga, perché stanca di portare solo dolore a tutti quelli che incontra.
In cerca di una pozzanghera in cui buttarsi, inizia una storia di viaggio e di scoperta, durante la quale farà incontri strabilianti e bizzarri!
Questa è una storia che affronta il tema delle emozioni e che ci ricorda quanto sia importante non fermarsi alle apparenze. Imparare ad apprezzare se stessi e i propri talenti. Confidarsi con chi ci vuol bene.
Alla fine della fiaba vera e propria, vedrete come Mina ha voluto salutare di persona i suoi amici lettori, in una postfazione dal titolo "La parola a Mina: un saluto e tante caramelle".
E così ci racconterà di sé, del magico mondo in cui vive e di come nascono i deliziosi bonbon.
Una specie di piccola fiaba nella fiaba.
Autrice
Vanessa Navicelli è nata in provincia di Piacenza, ma da anni vive a Pavia.
È cresciuta coi film neorealisti italiani, con le commedie e i musical americani, coi cartoni animati giapponesi, coi romanzi dell'Ottocento inglese e coi libri di Giovannino Guareschi. (Be', sì… anche coi suoi genitori.)
Crede nella gentilezza. E nell'umorismo. (Forse è umoristico credere nella gentilezza.)
È stata finalista del Premio Letterario "La Giara" per romanzi inediti, indetto dalla RAI nel 2012; rappresentante e vincitrice per la regione Emilia Romagna.
Ha vinto la sezione "Scritture per Ragazzi" dello Scriba Festival di Carlo Lucarelli e vari premi con la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Il Premio Cesare Pavese per la poesia e il Premio Giovannino Guareschi per racconti.
Scrive romanzi per adulti e ragazzi; e storie per bambini.
Quando scrive, cerca di tenere presente quattro cose: la semplicità, l'empatia, l'umorismo, la voglia vera di raccontare una storia.