Con i bambini abbiamo intrapreso un viaggio alla scoperta di noi stessi, del nostro mondo interiore, della nostra storia, delle nostre emozioni, della nostra identità. Perché è solo conoscendoci che possiamo imparare a relazionarci, convivere, accogliere e rispettare l'altro.
E così una mattina ci siamo trovati in salone, seduti in cerchio ad ascoltare una storia che parla di ognuno di noi:
"Quando sono nato" ed. Topipittori.
"Quando sono nato, non avevo ancora visto niente. Solo il buio. Un grande buio nella pancia della mamma... Non conoscevo nessuno, e nessuno conosceva me... Quando sono nato, non avevo ancora giocato con i sassi, e non avevo mai toccato il fango, e non avevo mai scavato un tunnel nella sabbia. Le mie mani non avevano ancora toccato nulla. Si erano toccate solo l'una con l'altra. Quando sono nato, non immaginavo che ci fosse un cielo, e che il cielo cambia colore, e che le nuvole sono così belle. Quando sono nato, era tutto nuovo. Tutto stava per cominciare. I miei occhi si sono incantati, quando hanno scoperto che ogni cosa ha un colore... Anche la mia bocca si è incantata, quando ha scoperto tutte le cose che poteva fare: Gridare forte. Ridere da matti. Chiamare le cose con il loro nome. Dire parole buone e parole cattive. Baciare e mostrare la lingua. Assaggiare il latte, la zuppa, lo yogurt e la frutta. Provare tutti i sapori. Anche il mio naso si è incantato… Quando sono nato, ha cominciato a respirare l'aria e gli è piaciuta tanto che da allora non ha più smesso. E ogni ora, ogni minuto respira un'aria nuova, con tutti i suoi odori... Là, nella pancia della mamma, avevo già ascoltato delle voci, e il suono di qualche strumento. Ma non potevo immaginare… che le onde chiacchierano, andando avanti e indietro sulla spiaggia. Che gli alberi, quando il vento canta, cantano con lui. Che è bello quando qualcuno ti sussurra nell'orecchio. Quando qualcosa cade e fa un gran rumore. Quando cade una foglia e fa solo "plic". Quando sono nato, le mie mani hanno cominciato a fare domande: Che cos'è? Chi sei? Da allora, non hanno mai smesso: sempre a scoprire e a imparare, ad aprire e chiudere porte. Con le mani, ho imparato che ci sono cose morbide e cose dure. Cose calde e cose fredde... Quando sono nato, i miei piedi non sapevano camminare, ma hanno imparato in fretta e, da allora, mi portano dappertutto. Mi fanno correre, mi fanno ballare e fare i salti sul letto. Quando sono nato, non sapevo quasi niente. Ma adesso, qualcosa ho imparato. C'è un intero mondo da scoprire, milioni e milioni di cose e di posti che le mie mani non hanno ancora toccato. Milioni e milioni di risposte nascoste. Milioni e milioni di colori che non ho mai visto. E odori e rumori e sapori. Solo una cosa è certa: ogni giorno, scopro qualcosa di nuovo. E questa è la cosa più fantastica che c'è."
Dopo la lettura ci siamo divertiti a simulare la nostra vita dentro la pancia della mamma, il momento della nascita, il primo respiro d'aria, il primo pianto, il primo sguardo al mondo, gli odori, il sapore dolce del latte e il tepore dell'abbraccio della mamma, i primi movimenti, i gattonamenti, i primi passi, le prime parole… ed abbiamo scoperto con stupore quante cose abbiamo dovuto imparare per essere i bambini di oggi. Al termine dell'esperienza, che i bambini hanno vissuto intensamente, abbiamo rappresentato l'esperienza e raccontato le nostre emozioni.
La grande mamma che accoglierà i bambini |
E dopo essere stati tanto tempo dentro la pancia della mamma è arrivato io momento di venire alla luce! |
Con il cordone ombelicale la mamma ci ha nutrito alla nascita è stato tagliato ed abbiamo iniziato a respirare da soli |
All'inizio non sapevamo nemmeno stare seduti, pian piano abbiamo scoperto di avere mani, gambe e piedi |
Poi abbiamo imparato a stare seduti, strisciare, gattonare e alla fine a stare in piedi e camminare! Ma ci è voluto tanto tempo! |
L'esperienza ha entusiasmato i bambini, una musica dolce prenatale li ha accompagnati in questo viaggio di scoperta delle proprie origini. I bambini hanno potuto rivivere le emozioni della propria nascita, lo stupore delle prime scoperte, ma lasciamo spazio alle loro parole ed ai loro disegni:
"…quando ero nella pancia della mamma stavo bene perché c'era caldino e stavo come un riccio, chiuso a pallina. …Mi ricordo che la mamma mi accendeva una musica dolce e la metteva sempre davanti alla pancia… mangiavo con il tubino all'ombelico…la prima volta che ho respirato ho pianto perché non riuscivo a trattenere il fiato…ero nella pancia della mamma e stavo bene. Era buio e caldo e avevo la mamma tutto intorno.…quando la mamma mangiava io mangiavo con il tubicino…sono nato, mi hanno lavato, hanno tolto il tubicino e ho iniziato a piangere…dentro la pancia della mia mamma avevo già i capelli. Crescevo piano piano. Dopo sono nata e ho imparato a correre…dentro la pancia della mamma stavo bene perché sentivo sempre la mamma dire cose belle e sposarsi. Piano piano crescevo, quando ero pronta la mamma sentiva male alla pancia, andava dal medico e dopo il medico tagliò la pancia della mamma e dopo ero uscita e dopo cucivano la pancia della mamma. Quando ero uscita la mamma non sentiva più mal di pancia perché non gli davo più i calci.…mangiavo con una cordicina all'ombelico, poi me l'hanno tagliato e hanno fatto un nodino. L'ombelico è un pezzo della mia mamma che ho sempre con me.…a volte toccavo le pareti della pancia della mamma e stavo in piedi. Stavo bene, c'era l'acqua calda, mi sentivo protetta.…sentivo la voce della mamma che parlava con il babbo e diceva che era preoccupata perché aveva paura di non sapersi prendere cura di me.…mangiavo con il tubo ombelicale.…quando sono nata ho pianto perché ero abituata che la mamma mi dava il suo respiro e invece ho dovuto imparare a respirare da sola.…davo i calci alla mamma e giravo, giravo e poi sono nata. Il dottore mi ha tolto dalla pancia della mamma e io ho pianto perché avevo paura, stavo meglio dentro.…quando sono nato ero felice perché ho visto mamma e papà.…io dentro la pancia della mamma piangevo quando la mamma mangiava cose che non mi piacevano…quando sono nato piano piano ho imparato a fare tutto.…ero nella pancia della mamma, stavo male, avevo paura del buio. Stavo lì, dovevo crescere. Quando sono nato mi sentivo male perché volevo dormire ed ero arrabbiato"
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